Condannata per l’omicidio della madre, rintracciata e arrestata a Piove di Sacco. Il legale: «Non stava scappando»

Arianna Orazi, marchigiana di 53 anni, è stata trovata nel parcheggio del centro commerciale Piazzagrande. L’avvocato Dionisi: «Andava a costituirsi nel carcere di Bollate»

È stata rintracciata e arrestata nel parcheggio del centro commerciale Piazzagrande di Piove di Sacco una Arianna Orazi, 53 anni, condannata all'ergastolo per concorso nell'omicidio della madre Rosina Carsetti a Montecassiano (Macerata). La donna era destinataria di un ordine di carcerazione emesso nella giornata di ieri dalla Procura Generale della Repubblica di Ancona.

Quando i Carabinieri di Mombaroccio (PU) si sono recati alla sua abitazione per eseguire il provvedimento, non l’hanno trovata. Sono quindi scattate immediatamente le ricerche, che hanno permesso di localizzarla a Piove di Sacco, dove è stata fermata dai militari della Stazione locale con il supporto del Nucleo Operativo della Compagnia.

La 53enne si trovava a bordo di un’auto nel parcheggio del centro commerciale e ha tentato di nascondersi sdraiandosi sul sedile posteriore, ma è stata individuata e bloccata senza opporre resistenza. Secondo quanto accertato, aveva trascorso la notte in una struttura ricettiva della zona insieme a un uomo, anch’egli marchigiano.

La donna dovrà scontare la pena dell’ergastolo per i reati di omicidio aggravato, simulazione di reato, maltrattamenti in famiglia e rapina, in relazione a un caso avvenuto a Montecassiano (MC) la sera della vigilia di Natale del 2020.

All’epoca, una 78enne fu trovata senza vita nella propria abitazione. In un primo momento i familiari sostennero di essere stati aggrediti da un rapinatore, ma le indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Macerata ribaltarono completamente la versione: a uccidere l’anziana erano stati la figlia e il nipote. L’arrestata è stata trasferita alla Casa Circondariale di Venezia.

Il legale: «Un equivoco»

«C’è stato un equivoco, non stava scappando ma andava a costituirsi nel carcere milanese di Bollate» chiarisce il legale della donna, avvocato Olindo Dionisi.

«La sera prima di essere arrestata - riferisce - era andata a costituirsi nel carcere di Bollate ma non era stato possibile perché non era arrivato l'ordine di carcerazione. Il personale del carcere ha registrato i suoi documenti ma non ha potuto arrestarla perché il mandato d'arresto non era ancora nella banca dati».

«Lei è tornata indietro, aveva un appoggio nel Padovano e si trovava lì. Ieri mi ha avvisato che non era riuscita a costituirsi e io mi sono attivato per avere l'ordine di carcerazione. Era stato emesso», fa sapere il legale. «Le avevo detto di andare in una caserma vicino a Bollate così ce l'avrebbero portata e nel pomeriggio stava farlo. Non ha fatto in tempo perché è stata arrestata prima a Piove di Sacco. Erano convinti che stesse scappando, poi ho spiegato la situazione e penso abbiano chiamato anche il carcere di Bollate per accertarlo».

«Non stava scappando - ribadisce il legale -, se avesse voluto l'avrebbe fatto prima: è libera dal dicembre 2022. E' stato un equivoco, penso ora chiarito: non è reato costituirsi in un carcere piuttosto che un altro».

L'avvocato dunque confida che non sia formalizzata l'eventuale dichiarazione di latitanza.

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