Fontaniva, trovato morto con un proiettile in testa: ecco cosa sappiamo

Le indagini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Padova: analizzate telecamere e sentite decine di testimoni. Diverse ipotesi ma la morte del 58enne albanese resta un giallo – per ora

Edoardo Fioretto
Le pattuglie dei carabinieri sul luogo dell'omicidio, a Fontaniva
Le pattuglie dei carabinieri sul luogo dell'omicidio, a Fontaniva

Un colpo secco alla testa, un foro d’entrata e uno d’uscita. Nessun bossolo, nessuna arma, nessun testimone. Intorno alla morte di Fatos Cenaj, 58 anni, originario dell’Albania, restano solo ipotesi. È da queste che gli inquirenti stanno tentando di ricostruire la scena e, soprattutto, capire chi abbia sparato e perché.

La mattina di domenica 8 giugno l’uomo è stato trovato in fin di vita in via Casoni Basse, nel territorio di Fontaniva. Una strada isolata, in cui transitano per o più i pochi residenti della zona. Trasportato in codice rosso al vicino Pronto soccorso di Cittadella per un sospetto incidente in bici (è stato trovato a terra accanto al suo triciclo), è morto tre giorni più tardi.

Solo una volta arrivato in ospedale, però, è stata fatta la macabra scoperta: nel cranio erano presenti un foto di entrata e uno di uscita. Ferite compatibili con un colpo d’arma da fuoco. Il personale medico ha allora allertato i carabinieri, che hanno subito attivato le indagini che sono ora coordinate dalla sostituta procuratrice Maria d’Arpa.

Sono stati subito sentiti circa trenta testimoni, tra residenti della zona, familiari e i datori di lavoro di Fatos. La vittima, infatti, svolgeva volontariamente alcuni lavori di manovalanza in un maneggio non distante dal luogo in cui è stata trovata morta. Quella domenica mattina, infatti, Fatos si stava dirigendo proprio al maneggio “Fattoria Dindo”. A trovarlo agonizzante a bordo strada sono stati due guardapesca. Un testimone che abita in zona avrebbe riferito alle forze dell’ordine di avere sentito un colpo di pistola quella mattina.

I primi rilievi escludono l’incidente: troppo precisa la traiettoria, troppo netta la ferita. Resta sul tavolo l’ipotesi dell’omicidio. Forse un’esecuzione. Forse un avvertimento finito nel sangue.

L’assenza di bossoli lascia aperte due strade: una pistola revolver, che trattiene i bossoli dopo lo sparo, o una semiautomatica, usata con perizia da qualcuno che ha poi raccolto ogni traccia. In entrambi i casi, la mano sarebbe esperta. Forse quella di un sicario. L’angolazione del colpo, all’altezza dell’orecchio sinistro, suggerisce uno sparo da distanza ravvicinata.

Non si esclude nemmeno un tiro da lontano, preciso, eseguito con un fucile a canna rigata. Nessuna di queste armi è però stata trovata.Ciò che sembra ormai certo è che non si sia trattato di un incidente di caccia. Non è stato un colpo errato, non una pallottola vagante. E anche la pista dell’incidente in poligono appare sempre più remota: il più vicino dista oltre otto chilometri, troppo lontano per una traiettoria letale e rettilinea.

Le ipotesi sui rilievi balistici puntano verso una conclusione inevitabile: chi ha sparato lo ha fatto per uccidere.

Sul passato di Cenaj emergono pochi elementi. Ex guardia giurata, regolare in Italia da due anni, nessun impiego noto all’attivo se non il volontariato al maneggio. Gli investigatori scavano nella sua vita in Albania: un possibile debito? Un vecchio nemico? L’ombra del Kanun, il codice della vendetta che ancora segna certi angoli dei Balcani, si affaccia tra le ipotesi. Non ci sono conferme, ma nemmeno smentite.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero D’Arpa, proseguono tra rilievi tecnici e verifiche incrociate. L’autopsia potrà chiarire distanza e angolazione dello sparo. Ma senza arma e senza testimoni, a parlare dovranno essere i dettagli.

Al setaccio le telecamere della zona, comprese quelle private e i targa system. L’ipotesi più plausibile è che il possibile sicario sia arrivato in auto, e che con un’auto – che non si esclude potesse essere stata rubata – si sia dato alla fuga.

Se così fosse, l’analisi delle telecamere potrebbe portare a novità per le indagini.

 


 

Battute: 2.798

 

 

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova