Condannato a 10 anni di carcere il boss della coca di casa nostra

Dieci anni di carcere e una multa da 36 mila euro: è la condanna inflitta ieri pomeriggio dal giudice monocratico di Padova a Gianfilippo Boscolo, 50 anni residente a Villatora di Saonara in via dei...
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - QUESTURA OPERAZIONE MOTO DRUGS. BOSCOLO GIANFILIPPO
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - QUESTURA OPERAZIONE MOTO DRUGS. BOSCOLO GIANFILIPPO

Dieci anni di carcere e una multa da 36 mila euro: è la condanna inflitta ieri pomeriggio dal giudice monocratico di Padova a Gianfilippo Boscolo, 50 anni residente a Villatora di Saonara in via dei Vivai, ufficialmente insospettabile commerciante del mercato ortofrutticolo di Padova, di fatto trafficante di cocaina importata in quantitativi industriali dalla Spagna. E poi ceduta direttamente a un altro grossista che, a sua volta, la distribuiva ai dettaglianti. Accolta integralmente la richiesta di condanna sollecitata dal pubblico ministero Federica Baccaglini che aveva coordinato l’indagine. Maniaco della riservatezza, Boscolo aveva riempito la sua abitazione di sistemi d’allarme soprattutto nella parte posteriore non tanto contro i ladri quanto per fronteggiare eventuali blitz delle forze dell’ordine. Ma era anche sospettoso all’estremo tanto da ricavare nel garage una sorta di gabbia di faraday (un contenitore in grado di intercettare e neutralizzare chip e microspie) all’interno della quale posteggiare la macchina e custodire il prezioso bottino, droga pura all’87 per cento comprata (una decina di chili alla volta) in Spagna, nella zona di Valencia, dove arrivava direttamente dalla Colombia. Nell’anno precedente al suo arresto avvenuto nell’aprile 2015, la Squadra mobile di Padova, allora guidata dal vicequestore Marco Calì, aveva contato ben 13 viaggi di Boscolo oltre confine. Una volta giunto in Italia in auto, in sella alla sua motocicletta Yamaha il 50enne incontrava un “collega” lungo la strada al quale consegnava il pacco” di droga da piazzare. Di regola il passaggio della cocaina avveniva nelle ore di punta e in mezzo al traffico. Nessun precedente penale alle spalle, mai una denuncia, nessun telefono cellulare intestato. Gli accertamenti sono durati un anno e mezzo prima di far scattare la trappola e le prove sono state raccolte con un paziente lavoro fatto di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni ambientali visto che Boscolo non parlava quasi mai al telefono.

Cristina Genesin

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