Condannato a 4 anni e 8 mesi il “rapinatore dei portici”

È arrivata la condanna per il “rapinatore dei portici”, Anduel Toska, il 36enne albanese residente a Padova con diversi precedenti penali alle spalle che, nella serata del 10 luglio dell’anno scorso, aggredì a colpi di bastone e poi rapinò due sessantenni, uno in via Barbarigo, l’altro in via Euganea. Davanti al gup padovano Claudio Marassi, Toska ha patteggiato 4 anni e 8 mesi. Una fuga di tre giorni, poi l’arresto: da allora si trova in carcere.
Le aggressioni
Verso le 23.10 del 10 luglio, nella centralissima via Barbarigo, un 63enne dipendente dell’Agenzia delle Entrate è aggredito a colpi di bastone a pochi metri dall’osteria “Bacaro padovano”. «Ho tentato di chiedere aiuto e mi sono preso un calcio in faccia», racconta agli agenti della Squadra mobile. Privo di sensi, è derubato dei soldi che custodisce in tasca. Dieci minuti più tardi, un’altra rapina fotocopia a poche centinaia di metri di distanza, in via Euganea. Nel mirino del bandito solitario dei portici finisce un ex antiquario che gestiva un negozio in via San Francesco. Sta rientrando a casa quando un colpo in testa lo fa svenire. Dell’aggressione non ricorda nulla. In ospedale rammenta solo di aver visto «due giovani dall’altra parte della strada, poi mi sono risvegliato in ospedale». Bottino dell’agguato, il borsello contenente il telefonino e le carte di credito. Nell’arco di appena dieci minuti il malfattore agguanta 360 euro.
Ma è la tecnologia a incastrare Toska.
L’inchiesta
Alle 4 di mattina dell’11 luglio Toska si presenta davanti a un istituto bancario in via Tiziano Aspetti, all’Arcella, e cerca di eseguire due prelievi con il bancomat e la carta di credito frutto della rapina in via Euganea. Il circuito Visa segnala l’utilizzo delle due tessere e indica in quale apparecchio. Sono recuperati i filmati e messi a confronti con i fotogrammi delle telecamere installate in via Euganea. Il riscontro è facile: il bandito dei portici sembra la stessa persona. Oltre ai lineamenti, a confermarlo sono anche i vestiti e un cappellino. Il puzzle investigativo è completato dalla fondamentale testimonianza di alcuni passanti, tra cui il cittadino che ha prestato soccorso a una delle vittime. L’identificazione è rapida visti i precedenti penali di Toska che, nel 2015, era stato indagato e arrestato dalla procura di Vicenza per stalking. Il 14 luglio l’arresto. Di fronte al giudice che convalida il provvedimento restrittivo, Anduel Toska si limita a dire «non ricordo» e «non so» spiegando di assumere psicofarmaci forse per tentare di giustificare quei “vuoti di memoria”. Il pm Valeria Spinosa chiude l’inchiesta sollecitando il processo. Processo che Toska (difeso dall’avvocato Daniela Papalia) preferisce evitare scegliendo il patteggiamento che impone per legge lo sconto di un terzo della pena. Una delle vittime ha ottenuto un risarcimento dall’imputato. —
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