Conservatorio, incarico per il restauro Pietra tombale sul nuovo auditorium

Il Comune affida allo studio Carli-Moschino progetto di fattibilità e cronoprogramma, lasciando da parte Palazzo Foscarini
ESTERNO CONSERVATORIO POLLINI
ESTERNO CONSERVATORIO POLLINI

Claudio Malfitano

«Il Comune di Padova intende, compatibilmente con le risorse a disposizione, eseguire degli interventi necessari al restauro e messa in sicurezza del conservatorio Pollini, senza effettuare il trasferimento delle attività in altra sede né prevedere ampliamenti degli spazi attualmente in utilizzo». Le parole dell’atto formale di incarico agli architetti Carli e Moschino del progetto di restauro dell’edificio di via Eremitani sembrano una pietra tombale sul progetto di auditorium a Palazzo Foscarini, che avrebbe comportato anche il trasloco dello storico conservatorio cittadino. Anche se per l’assessore alla cultura Andrea Colasio non è ancora arrivato il momento di mettere la parola fine: «Per noi fanno ancora fede gli impegni assunti dal gruppo Intesa di donare una casa della musica alla città. Però non possiamo aspettare che il Pollini crolli».

Il progetto di restauro

La situazione nell’edificio di via Eremitani è da molti anni drammatica: gli spazi non sono adeguati e possono contenere al massimo 99 studenti per lezione, il pavimento del piano terra sta collassando, manca la certificazione di prevenzione incendi, la biblioteca non è a norma ma è strapiena di materiale libraio antico.

Non era più possibile aspettare. Per questo l’amministrazione ha chiesto agli architetti padovani Carli e Moschino (gli stessi che hanno ipotizzato una “conchiglia” da 1.200 posti per l’auditorium a Palazzo Foscarini) di realizzare entro il 15 giugno un progetto di fattibilità per il restauro dell’edificio del Pollini.

In particolare il progetto dovrebbe «individuare le condizioni statiche e di sicurezza degli edifici del conservatorio; definire in forma più razionale l’organizzazione degli spazi dedicati alla didattica e all’amministrazione; ipotizzare un cronoprogramma degli interventi sugli edifici, la tipologia e le diverse modalità degli stessi». L’onorario sarà di 16.380 euro, compresi oneri previdenziali e Iva.

lavori per 3 milioni di euro

L’intera operazione però costerà dai 3 ai 4 milioni di euro. Soldi che Palazzo Moroni al momento non ha in cassa (e ancor meno ne avrà dopo l’emergenza Covid). Dal canto suo il Pollini ha ricevuto dal Ministero un contributo di poco meno di un milione di euro. Il resto, si spera, possa arrivare dal contributo della Fondazione Cariparo, di altri enti o di privati.

L’edificio è di proprietà del Comune ed è vincolato. Anche per questo è in programma oggi un incontro con il soprintendente Fabrizio Magani per valutare le prime indicazioni progettuali sull’intervento. La “cantierabilità” però è ancora in alto mare. Non certo prima di fine anno, più probabile nel 2021.

l’auditorium che svanisce

Intesa Sanpaolo, con il suo numero uno Carlo Messina, si era impegnata a concedere Palazzo Foscarini alla città, ipotizzando una triangolazione di finanziamenti, dalla Fondazione al Comune, che avrebbe poi potuto acquistare l’immobile (valutato 14 milioni) per convertirlo in casa della musica. Ma l’Agenzia delle Entrate ha bocciato la possibilità di usufruire della detrazione fiscale prevista dall’Art Bonus. E l’operazione è così diventata insostenibile per l’istituto. Una situazione di stallo che si trascina ormai da mesi e che l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus non può che peggiorare. «Tutto possiamo permetterci tranne che trovarci con il Pollini in difficoltà», chiarisce l’assessore Colasio. «La ristrutturazione di quell’edificio è ormai divenuta improrogabile». —

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