«Contro di me soltanto fango»

Da New York Susetta Mion si difende: «Le bugie di mia nipote mi provocano un dolore immenso»

«Chi dà amore riceve solo odio». Susetta Mion risponde al telefono dal suo appartamento, nel cuore di New York, al quarantesimo piano della Trump Tower. Mantiene la calma, la sua voce è dolce. Sono i suoi silenzi che lasciano trasparire «il dolore immenso» che sta provando. Sua nipote, l’avvocato Micol Mion Gordon, figlia di suo fratello Sergio, l’ha accusata di essere fuggita negli States con il patrimonio di sua nonna, la mamma di Susetta. Susi, il vezzeggiativo con cui è conosciuta nella “Padova che conta”, avrebbe imbarcato in un transatlantico beni per 15 milioni di dollari, poco più di 10 milioni di euro. Dal pianoforte ai gioielli, dalle poltrone di Hermès a quadri di immenso valore. «Queste bugie su di me mi hanno provocato un dolore immenso», afferma con tono di voce fermo e sicuro. Stiamo parlando del nulla. Io non ho rubato nulla, non sono barricata da nessuna parte. Ma che follie si dicono? Ho 35 biglietti aerei qui con me. E tornerò in Italia il 10 luglio».

Non parla volentieri di sua nipote: «Non si può sparare a zero in questo modo. Io non vedo mia nipote dal 1994. Eppure le sono stata vicina quando ha avuto bisogno di me. E poi non tollero che venga anche solo insinuato che io non sia stata vicina a mia madre. Ci sono sempre stata». Susetta punta il dito contro i giornali di mezzo mondo: «In questo modo è stato infangato il nome di mio padre Alcide, che ha fatto così tanto per noi, per la sua città. Sono distrutta, dispiaciuta, è follia pura. Hanno detto che sto scappando, che sono barricata nella Trump Tower. Ma è mai possibile che una persona decida di rifugiarsi in una torre nel centro di New York? Se avessi qualcosa da nascondere, se dovessi scappare, me ne sarei andata in Nicaragua. Io cammino a testa alta perché non ho nulla da nascondere, perché dice solo bugie chi afferma che io abbia rubato qualcosa». La battaglia legale che vede contrapposte Susetta Mion e Micol Mion Gordon, zia e nipote, è ancora tutta da giocare. «Dimostrerò che su di me sono state dette solo bugie. Fa ancora più male perché quelle accuse, così false, giungono da una mia parente. Mio padre, se fosse vivo, soffrirebbe profondamente». La nipote accusa la zia di aver rubato e portato a New York il patrimonio di Renata Forti, madre di Susetta. Alcide Mion è morto nel 1996, la madre Renata nel 2008. Ed è proprio in quel decennio che si sarebbe consumato tutto: la spaccatura all’interno della famiglia, il trasferimento di Susi a New York e l’avvio di una duplice causa legale, in Italia e negli Usa. «Il tempo mi darà ragione», chiude Susi, pronta a tornare nella “sua” Italia.

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