Controlli nei ristoranti cinesi a Padova e provincia. Cibi non tracciabili in 5 su 10

PADOVA. Maxi controllo della Guardia di Finanza su delega della procura in merito alla sicurezza dei ristoranti cinesi. Una decisione presa all’indomani del maxi sequestro, effettuato proprio dalle Fiamme Gialle un paio di settimane fa, di carne di maiale arrivata dalla Cina (da cui è proibito importarla).
I finanzieri hanno controllato 10 ristoranti cinesi tra città e provincia, a campione. Cinque sono risultati in regola, in altri 5 però sono state riscontrate delle irregolarità. Sono stati trovati carne e pesce - soprattutto quest’ultimo - non tracciati e sprovvisti di etichettatura.
In pratica non è stato possibile in alcun modo capire da dove arrivasse. E questa è una violazione della normativa sulla sicurezza alimentare. I ristoranti sono stati quindi sanzionati. Il controllo era stato voluto dal pubblico ministero Sergio Dini che aveva coordinato l’inchiesta sull’allarme peste suina con l’operazione che aveva portato al sequestro di 10 tonnellate di carne in arrivo dalla Cina. C
arne, chiusa in sacchetti, che era nascosta dietro una paratia di un container che trasportava 22 tonnellate di prodotti vegetali sempre per la ristorazione. Un modo che solitamente si usa per nascondere la cocaina. Alla fine sono stati denunciati per commercio di sostanze nocive, diffusione di malattie degli animali e contrabbando i due soci della ditta Teng Long snc di via Cile 14, un cinese di 45 anni e una connazionale di 48.
Per la carne suina cinese è vietata l’importazione nell’Unione Europea visto il grave rischio di contaminazione dovuto alla peste suina africana, malattia virale che ha devastato allevamenti di maiali di diversi Paesi e che imperversa soprattutto negli nel continente asiatico. L’Usl 6 ha subito emesso un provvedimento d’urgenza per l’immediata distruzione della carne, come prevede la legge. Si sono susseguiti dei controlli e ve ne saranno altri. —
C.BEL.
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