Coronavirus, due morti in 24 ore alla casa di riposo di Bovolenta

Tra sabato e domenica si sono spenti Pietro Falaguasta e Dino Minozzi, gli ospiti positivi alla “Sereni Orizzonti” sono 50. Personale blindato nella struttura 
19 aprile 2020.La casa di riposo "Sereni orizzonti" di Bovolenta. Nella foto:
19 aprile 2020.La casa di riposo "Sereni orizzonti" di Bovolenta. Nella foto:

BOVOLENTA. Due decessi nel giro di poche ore, due anziani ospiti della Casa di Riposo “Sereni Orizzonti” uccisi dal coronavirus. Sale a tre il numero dei morti dall’inizio del contagio, due settimane fa, nella residenza per anziani di Bovolenta.

La scorsa settimana il primo a spegnersi fu Vittorio Baldo, 86 anni di Legnaro. Sabato sera Pietro Falaguasta, 88 anni, di Agna, è morto all’ospedale di Monselice, dove era ricoverato da dodici giorni. Ieri mattina invece si è registrato il primo decesso all’interno della casa di riposo: di primo mattino si è fermato il cuore di Dino Minozzi, 94 anni, di Conselve. All’interno della residenza gestita dalla “Sereni Orizzonti” sono 50 gli ospiti positivi, a cui se ne aggiungono altri 5 ricoverati in ospedale a Schiavonia. Gli anziani negativi sono 12, isolati in un’ala riservata dell’edificio e seguiti da personale dedicato.

Una decina invece i lavoratori positivi al virus, mentre altri 16, già in servizio la scorsa settimana, hanno scelto volontariamente di vivere per 15 giorni all’interno della struttura, in modo da “blindare” la casa di riposo. Fra i parenti degli ospiti cresce l’apprensione per le conseguenze del contagio.

Nella serata di sabato è arrivata la notizia della morte di Pietro Falaguasta, classe 1931. Avrebbe compiuto 89 anni fra un mese e ad Agna tutti lo conoscono come “il Moro”. Per quarant’anni aveva lavorato come autista per lo stabilimento Mira Lanza e per oltre mezzo secolo aveva vissuto nel centro del paese, dove era molto conosciuto. Per 15 anni Pietro si era preso cura della moglie Luciana Tomaselli, malata di Parkinson. Due anni fa, dopo la morte della moglie, l’anziano aveva scelto di ritirarsi nella casa di riposo di Bovolenta.

«Era uno degli ospiti più autonomi e arzilli», ricorda con affetto Alessandro Gallocchio, il suo unico nipote, «ed era diventato un po’ la mascotte della struttura. Aveva chiesto e ottenuto di coltivare un pezzo di terreno accanto all’edificio, come era abituato a fare a casa. Era orgoglioso del suo lavoro e del fatto di poter consegnare ai cuochi i pomodori da lui raccolti. Il personale della “Sereni Orizzonti” ha deciso di mantenere questo appezzamento e di intitolarlo, in sua memoria, “L’orto di Pietro”. Così il nome di mio nonno resterà legato alla casa di riposo. Purtroppo è stato uno dei primi ad ammalarsi, rapidamente. Il 5 aprile sono stato avvisato che era risultato positivo al tampone ma asintomatico, il giorno seguente però gli era salita un po’ di febbre e qualche ora dopo si era aggravato, tanto da rendere necessario in serata il ricovero a Schiavonia. La malattia ha avuto una progressione implacabile. A Capodanno aveva perso anche la sorella Bianca, lascia due fratelli, Ferdinando e Mario, e la figlia Barbara, mia madre».

Ieri mattina invece si è spento Dino Minozzi, 93 anni, di Conselve. «Si è addormentato», racconta la figlia, «eravamo già stati avvisati sabato sera di un peggioramento delle sue condizioni e del fatto che gli era salita la febbre. Se n’è andato delicatamente, nel sonno, e anzi ringraziamo il personale della casa di riposo per quanto ha fatto per lui. Ricorderemo la disponibilità e la premura con cui ha seguito e aiutato il nostro papà in questi due anni di permanenza, in particolare in questi ultimi giorni». Dino Minozzi è molto conosciuto a Conselve, dove per 17 anni ha gestito lo storico Caffè Commercio, in pieno centro. Lascia la moglie e tre figlie. Era entrato nella residenza di Bovolenta da due anni.

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