Corsa contro il tempo per i risarcimenti

SELVAZZANO. Svuotata a fatica l'acqua dalle abitazioni del quartiere "Delle Sante" di Caselle e delle vie Forno e Carnaro di Tencarola, adesso è il tempo delle denunce dei danni e di studiare un rimedio perché un fatto del genere non si ripeta. Temi affrontati martedì sera durante la vivace riunione promossa dal Comune al centro civico Fabio Presca di San Domenico, presenti oltre 500 alluvionati, alcuni dei quali si trovano ancora in situazioni di grave disagio. Come ad esempio una giovane mamma con tre figli piccoli che abita in via Carnaro, che non può rientrare a casa perché la caldaia non funziona e non ha i tremila euro necessari per sostituirla.
I risarcimenti. Sono 1.327 le famiglie di Selvazzano interessate dalla tracimazione degli scoli Mestrina, Storta e Brentelle del 4 febbraio. I residenti che hanno subìto disagi sono 4.127. Nell'assemblea di martedì il Comune ha consegnato gli stampati per comunicare alla Regione una stima sommaria dei danni, che deve pervenire in municipio entro domani tramite mail: protocollo@comune.selvazzano.pd.it o fax 049 8733990. La scadenza è perentoria poiché il Comune dovrà trasmettere la stima alla Regione entro lunedì.
Le polemiche. Le contestazioni che i cittadini hanno mosso a chi ha gestito l'emergenza riguardano principalmente il mancato preavviso. «Ci siamo svegliati la mattina di martedì 4 con l'acqua in casa senza che nessuno ci avesse avvertito», ha tuonato un residente di via Sant’Anna. Peppone e don Camillo suonavano le campane quando il livello del Po diventava preoccupante. Bastava imitare da loro». Il sindaco Enoch Soranzo, che era presente all'incontro con il coordinatore della Protezione civile Gianni Peruffo e con alcuni dirigenti del municipio, ha invitato a restare uniti. «La ferita c'è, se ci dividiamo non riusciremo a chiuderla in tempi brevi», ha detto.
Le idrovore. Il primo cittadino ha mostrato ai cittadini una comunicazione del Consorzio di bonifica in cui si evidenzia che le quattro idrovore del Brentella, che hanno una portata massima di 46 mila mc/ora, hanno funzionato ininterrottamente. «Per gran parte dell'emergenza è rimasta invece spenta l'idrovora di Lissaro», ha spiegato Soranzo. «Per convenzione, l'impianto che è stato attivato nel 2009 e che è costato circa 2 miliardi di lire, deve essere spento al raggiungimento del livello del fiume Tesina di 4 metri. Significa che non serve quasi a nulla. Per risolvere il problema abbiamo stanziato 800mila euro per la realizzazione di una o due nuove idrovore che chi ha la gestione idraulica del territorio deciderà dove posizionare. È un progetto che non interessa solo Selvazzano. Mi risulta che Rubano non ci voglia stare e questo complica le cose».
Gli aiuti. Oltre al conto corrente n. 1000/00000159 alla Cassa di Risparmio del Veneto, filiale 01500, Corso Garibaldi - Padova (IBAN IT73 I062 2512 1861 0000 0000 159), in favore degli alluvionati di Selvazzano si è schierato anche il Gruppo Alì che nei prossimi giorni promuoverà una campagna nei propri supermercati per aiutare le famiglie.
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