Corse folli in scooter residenti esasperati Protesta in Comune

CADONEGHE. Corrono, scorrazzano con auto e motorini nel quartiere di Cadoneghe storica, rischiando nelle loro folli corse di investire qualcuno. Anche perché lo fanno in via Palladio, dove ci sono numerose abitazioni in cui vivono famiglie con bambini. Il gruppo di scalmanati su due e quattro ruote sarebbe composto da alcuni ragazzi, che si divertono nelle ore del pomeriggio e anche fino a notte a correre lungo il quadrilatero di strade del quartiere, quasi fosse un autodromo.
Si divertono, soprattutto, ad accelerare lungo il rettilineo di via Palladio. Ma qualche residente ha udito anche, di notte, le derapate e le accelerate alle rotatorie lungo via Matteotti. Difficile dire se siano gli stessi oppure gruppi differenti. Sta di fatto che disturbano, non poco, i residenti mettendo anche in pericolo i passanti: gli abitanti del quartiere più volte hanno portato il problema all’attenzione dell’amministrazione comunale, ma finora questa non ha trovato soluzione. Alla fine alcuni di loro si sono rivolti al consigliere di minoranza Devis Vigolo, chiedendo di intervenire. «Innanzitutto ho chiesto al Comune che azioni avesse intrapreso per reprimere questo preoccupante e pericoloso fenomeno» illustra Vigolo, «aggiungendo poi la richiesta di installare una telecamera che funga da deterrente in corrispondenza di quello che viene chiamato il “pergolato” di via Palladio, una struttura che si trova a fianco di una piccola arena pubblica, nella quale questo gruppo di ragazzi si ritroverebbe dal pomeriggio fino a sera e da cui partirebbero le scorribande. Come ci hanno segnalato i residenti, questo gruppo di giovani scorrazza con auto e moto lungo il rettilineo che caratterizza via Palladio, corrono come dei folli, inscenando giochi sulle ruote e mettendo in serio pericolo le persone in transito». In attesa di conoscere se la proposta del consigliere Vigolo verrà o meno accolta dall’amministrazione, i cittadini sono stati invitati a chiamare immediatamente i carabinieri.
Cristina Salvato
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