Così hanno incastrato Caccaro

Dalla confessione dell'ex socio all'analisi del patrimonio
FRANCO CACCARO Da sinistra, il titolare della Tpa denunciato nell’ambito dell’inchiesta della Dia e il blitz degli uomini dell’antimafia nella villa del boss dei Casalesi
FRANCO CACCARO Da sinistra, il titolare della Tpa denunciato nell’ambito dell’inchiesta della Dia e il blitz degli uomini dell’antimafia nella villa del boss dei Casalesi
 La Ferrari 612 Scaglietti F1 presa in leasing a 3.554 euro al mese, l'imbarcazione da diporto modello Persching, l'apertura della Tpa Usa a Manhattan e il volume d'affari che passa da 4 a 25 milioni di euro nel giro di sei anni: ascesa e declino di un imprenditore che ha venduto l'anima al diavolo. Franco Caccaro, 49 anni, residente a Campo San Martino, titolare della Tpa tecnologia per l'ambiente Srl, aveva scelto di lavorare con Cipriano Chianese, 57 anni, avvocato, "re dei rifiuti", uno dei boss dei Casalesi. Secondo gli investigatori era il suo prestanome: questa partnership gli è costata una denuncia a piede libero e il sequestro del capannone industriale a Santa Giustina in Colle.
 CHI È CACCARO.
A parte una condanna per lesioni personali colpose nel 2006 a Santa Giustina in Colle, ciò che denota maggiormente la condotta di Franco Caccaro è il fatto che risulta indagato dalla procura di Padova per emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti accertata il 31 dicembre 2006 e il 16 aprile 2007 a Tombolo, nonché per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti accertata sempre a Tombolo nel 2007 e nel 2008. Nell'interrogazione alla banca dati risulta anche un piccolo precedente nel 2009, quando Caccaro ha presentato, in concorso con il socio Fabrizio Caon e la moglie Nicoletta Zuanon, un "... atto pubblico falso, indicando in questo documento una sede fittizia. In concorso ricomprendevano nella dichiarazione dei redditi e iva fatture per operazioni inesistenti".
 LA CONFESSIONE.
Decisiva la dichiarazione resa agli investigatori della Dia dall'ex socio Fabrizio Caon: «Voglio precisare che la mia estromissione dalla Tpa è di fatto scaturita sostanzialmente in un repentino quanto improvviso aumento di capitale sociale fatto da Caccaro a cavallo dell'anno 2006 di oltre due milioni di euro confluiti nella Tpa e, in misura minore, in un'altra società del gruppo Tpa, denominata Tpa tecnologie per l'ambiente Srl. Infatti tale aumento venne deciso da Caccaro che ci comunicò, a me e all'altro socio anch'egli poi estromesso, che da lì ad una settimana ci sarebbe stato il paventato aumento di capitale. Ma né io né l'altro avevamo le provviste economiche... e nemmeno Caccaro... Egli, non avendo neanche l'abitazione di proprietà, rappresentava di fatto solo l'ideatore dell'iniziativa economica». L'ex socio si lancia poi in una disamina dei rapporti tra Caccaro e Chianese: «I rapporti erano curati in via pressoché esclusiva da Caccaro che intratteneva con Chianese rapporti anche di natura personale, tant'è che ricordo che Caccaro venne accreditato presso un rivenditore di auto Ferrari a Roma».  

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