Modellino degli Scrovegni stivato in due container forniti dall’Interporto

La riproduzione in scala 1 a 4 realizzata dalla Provincia nel 1987: ha girato mezzo mondo, ora andrà al Comune per usi didattici

Costanza Francesconi
Il modellino si trova all'interporto di Padova
Il modellino si trova all'interporto di Padova

Custodito in cinque casse, oggi sotto chiave nel quartiere fieristico della Fiera di Padova, il modello in legno della Cappella degli Scrovegni – una miniatura in scala 1 a 4 del capolavoro di Giotto realizzata nel 1987 per i 650 anni dalla morte del pittore toscano – è stato preso in comodato gratuito dal Comune che intende conservarlo e usarlo in futuro a scopi didattici e divulgativi. Intanto sarà stivato in due container di Interporto.

Con tanto di struttura portante in metallo e pannelli fotografici che riproducono, volta compresa, il ciclo degli affreschi presenti nell’originale (dal 2021 nel patrimonio mondiale Unesco), il manufatto di proprietà della Provincia negli anni scorsi ha fatto il giro del mondo.

Tra il 1993 e il 2001 è stato montato ed esposto in Spagna, in Germania e in Italia, nel 2003 la riproduzione è stata allestita a Santiago del Cile e a Cordoba in Argentina, nel 2004 a Mosca e a San Pietroburgo, nel 2005 a Montreal in Canada, nel 2006 a Buenos Aires in Argentina e a Montevideo in Uruguay, nel 2008 a Cuba e a Encarnatión in Paraguay, nel 2009 ad Asunción in Paraguay e a Rio de Janeiro in Brasile.

È dell’assessore alla cultura, Andrea Colasio, l’idea di ampliare la conoscenza del tesoro artistico padovano attraverso il modello per cui la Provincia ha predisposto il montaggio, in Fiera, permettendo un’opportuna valutazione al personale scientifico del settore Cultura e turismo.

Arrivano invece da Interporto Spa i due container che il Comune ha ottenuto, in comodato d’uso gratuito per un anno, eventualmente prorogabile, che a loro volta contengono le cinque casse dove è stato smontato e riposto il modello.

Quasi quarant’anni fa, l’intuizione di riprodurre in taglia slim l’opera voluta da committente Enrico Scrovegni e intitolata a Santa Maria della Carità, mirava a promuovere, in Italia e all’estero, Padova e il Veneto. E quale miglior metonimia di questi territori scegliere se non il manto azzurro di stelle che ha reso riconoscibile nel mondo il soffitto voltato di Giotto.

E la Storia della Salvezza, dispiega in due percorsi differenti sull’intera superficie interna della Cappella. Un’impresa che l’artista all’epoca realizzò in soli due anni, tra il 1303 e il 1305, e che ancora adesso non smette di lasciare stupefatti. Al cospetto delle bellezza, quella eterea per cui vale la pena aguzzare la vista. 

 

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