«Così la strada muore» Protestano gli abitanti di una nobile decaduta

LA PROTESTA. Via Savonarola e, da sinistra a destra e dall’alto in basso Luca Morotti, Gino Agostini, Gianni Noventa e Andrea Francescon
Sino a pochi anni fa via Savonarola (una volta via Ravenna) era una delle più belle ed animate strade della città. Da Torre Ezzelino sino all'incrocio con via Raggio di Sole c'era una valanga di botteghe artigianali e di negozi eleganti. Tant'è che i suoi suggestivi e continui portici erano sempre strapieni di gente intenta a fare shopping oppure a farsi uno spritz nei numerosi bar ed osterie. Adesso, invece, via Savonarola, il cui pavè, cosparso di trachite euganea, è stato restaurato solo cinque anni fa, è diventata una strada morta. Sempre bella, ma bella senz'anima. Anche se tanti dei suoi storici palazzi, tra cui Palazzo Pamio, risalente al 1500, sono stati ben restaurati o sono in via di ristrutturazione, sotto i portici non c'è il via vai di una volta. Ogni mese che passa, abbassa le serrande per sempre una bottega diversa e tanti appartamenti e negozi restano in vendita per anni perché la zona non è più appetibile dal punto di vista immobiliare. Negli ultimi cinque anni sono stati chiusi anche cinque botteghe di tappezziere e tre di calzolaio. Proprio gli artigiani ed i commercianti sono ben consci dell'agonia in cui è entrata la storica via, che, prima dell'apertura di Corso MiIano, era l'unica grande strada di accesso al centro da ovest. «La crisi economica ha causato il cambiamento radicale anche della nostra strada - osserva il giornalaio di Ponte San Leonardo, Luca Morotti -. Il caro affitti ha costretto alla chiusura decine di botteghe. «Tra coloro che conoscono meglio degli altri la trasformazione di Via Savonarola ci sono anche Andrea Francescon, da 25 anni titolare del Centro Danza Veneto Balletto, Gianni Noventa, da 30 anni alla guida della bottega L'Artigiano del Cuoio e Gino Agostini, il ciabattino di 82 anni, che lavora da 61 anni. «Tanti nostri colleghi hanno chiuso l'attività perchè gli affitti dei negozi sono diventati troppo alti», dice Noventa. Francescon, invece, sottolinea la mancanza di parcheggi per i clienti. Cosa fare, dunque, per far tornare via Savonarola agli antichi splendori? «La storia non torna mai indietro - sottolinea Franco Pangrazio, titolare della farmacia che una volta era gestita dalla famiglia Dal Frà -. Non credo che lungo questa bellissima strada potranno riaprire le botteghe storiche di una volta. Tuttavia, è doveroso da parte di quelli che vivono e lavorano in zona darsi da fare per ravvivarla un po' con l' organizzare una serie di eventi. Ad esempio io faccio parte di un gruppo di persone, che sta programmando una serie d'iniziative, culturali e ludiche, che avranno la funzione di rendere la strada più viva e attirare in loco gente anche da fuori quartiere».
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