Couchsurfing, carabiniere confessa: «Ho fatto sesso con la sedicenne»

Accusato di violenza sessuale aggravata un carabiniere che ospitava ragazze da tutto il mondo nel suo appartamento all'Arcella. Prime ammissioni
FERRO - APPARTAMENTO SEQUESTRATO FERRO - APPARTAMENTO SEQUESTRATO
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PADOVA. Violenza sessuale aggravata. È la contestazione che viene mossa a D.M. il carabiniere in servizio in una stazione dell’Arma nell’area collinare, accusato di aver abusato di una sedicenne australiana che lui stesso aveva ospitato (assieme alla madre) nella sua abitazione dell’Arcella. Ieri in tribunale a Padova si è svolto l’incidente probatorio e davanti al giudice Lara Fortuna (pm Giorgio Falcone) sono state sentite la vittima e la madre, assistite dall’avvocato Bruno Auricchio di Venezia.

Ecco cos’è emerso. Nel marzo dello scorso anno, esattamente dal 14 al 17, le due donne sono state ospitate dal carabiniere nella sua casa in città. Quest’ultimo ospitava persone grazie al sito Internet couchsurfing.com e per contro poteva usufruire di ospitalità in altre parti del mondo. Tutto lecito. La sedicenne australiana assieme alla madre e al militare dell’Arma avevano trascorso la giornata a Venezia. Poi i tre avevano cenato assieme e quindi erano andati a letto. La ragazzina doveva dormire in stanza con la madre e il padrone di caso in un’altra camera. Così è stato. All’apparenza. Ma quando la mamma si è svegliata non ha trovato la figlia nel letto a fianco del suo. Era a letto con il carabiniere. Così ha raccontato lei stessa ieri di fronte al giudice. Ha confermato di aver fatto sesso con l’uomo. Si valuta l’ipotesi che l’australiana possa aver bevuto qualche sostanza “particolare” prima del rapporto. Ma per ora è solo un’ipotesi. Nei giorni scorsi D.M. ha confessato agli inquirenti di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma ha aggiunto che lei «aveva apprezzato».

Ieri il carabiniere ha rinunciato di comparire in aula. L’altra vittima che muove delle accuse al carabiniere è di nazionalità inglese - è maggiorenne - e ha presentato denuncia a Scotland Yard. Pochi giorni fa l’alloggio di servizio dell’indagato e il suo appartamento all’Arcella, vicino alla sala Bingo, sono stati perquisiti da poliziotti e carabinieri. Sono stati sequestrati dei computer con materiale informatico alla ricerca di informazioni su come agiva, sul modo nel quale ricercava le sue ospiti. È stato lui stesso in sede di interrogatorio ad ammette che molte sue ospiti avevano il vizio di ubriacarsi. Nel sito internet dove ci si registrava per ospitare e per essere ospitati D.M. non usava il suo vero nome ma uno pseudonimo.

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