«Credevo fossimo amici ma mi hanno torturato»

L’agghiacciante racconto del ragazzo vittima dei soprusi del trio di compari Selvaggiamente picchiato, seviziato e poi buttato in piscina ammanettato
Di Cristina Genesin

LOREGGIA. Per lui erano gli amici. Amici un po’ cattivi che lo picchiavano. Ma erano gli unici che aveva. Poi il “gioco” è diventato troppo pesante: A.A. (iniziali di fantasia), oggi 23 anni, si è ritrovato ammanettato, seviziato con il mozzicone di una sigaretta, costretto a bere tè al lassativo e a ingoiare le crocchette del cane, infine tuffato dentro una piscina fino al punto da non respirare. Bersaglio dei bulli, due coetanei e un minorenne che lo hanno umiliato e ferito nell’anima, oltreché procurargli male fisico. Ieri mattina, davanti al giudice di Padova Nicoletta De Nardus, quell’inferno è stato ricostruito in aula dalla vittima, assistita dall’avvocato Alberto Toniato. Sul banco degli imputati uno dei tre (presunti, finché non c’è sentenza) aguzzini, Mattia Mason, 23 anni, di Loreggia in via dell’Artigianato, chiamato a rispondere di concorso in sequestro di persona, violenza privata, lesioni personali e danneggiamento dell’auto della vittima. A.A. ha ricostruito la drammatica sequela di violenze subìte l’1 agosto 2010 quando uno dei tre (Alberto Michieletto, 24 anni, pure di Loreggia in via Vecellio, già condannato a un anno) aveva preteso 170 euro perché il ragazzo avrebbe provocato un buco sul sedile dalla sua auto con la cenere di una sigaretta. Sigaretta, in realtà, infilata tra le labbra di Mason. Con l’inganno A.A. era stato“convocato” a casa di D.P., il minore che ha chiuso il conto al Tribunale dei Minori di Venezia. «Mi hanno ammanettato con le mani dietro la schiena», ha raccontato in aula, «prima mi hanno riempito di calci e pugni, obbligandomi a bere il tè con il lassativo. Poi hanno continuato con i calci finché non mi sono inginocchiato. Allora hanno avvicinato la ciotola del cane per mangiare le crocchette. Mi hanno spento le sigarette sui polsi che avevo feriti... E spinto nella piscina... Ero terrorizzato e mi sono trasferito a Padova». Un altro testimone ha precisato che nella piscina il ragazzo aveva rischiato di annegare, legato com’era. L’ex fidanzatina ha confermato la versione. Si tornerà in aula il 23 aprile, quando sarà sentito D.P.

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