Trasloco del Cric al Sant’Antonio, scoppia la polemica

Il senatore dem Andrea Martella e la consigliera Valentina Battistella denunciano la perdita di un importante patrimonio scientifico: «È un’eccellenza della sanità e non può essere smantellata»

Claudio Malfitano
Palazzo Bolis
Palazzo Bolis

 

È polemica sul trasloco del Cric al Sant’Antonio. Il centro per la cura delle demenze attualmente ospitato dall’Altavita-Ira di Selvazzano potrebbe trasferire i suoi 8 posti letto nella struttura di via Facciolati, secondo le indicazioni del direttore generale dell’Azienda Ospedale Università Giuseppe Dal Ben, che punterebbe a creare una nuova unità operativa.

Un progetto che però vede la levata di scudi della politica. Prima Valentina Battistella – la consigliera comunale della lista Giordani (ma vicina all’ex parlamentare Maurizio Saia) – che ha presentato un’interrogazione alla giunta comunale.

Adesso anche il senatore veneziano del Pd Andrea Martella che ha depositato nei giorni scorsi un’interrogazione al ministro della Sanità Orazio Schillaci, mobilitando così anche il governo per difendere questa «eccellenza della sanità territoriale».

I dubbi di Martella 

«C’è preoccupazione perché il prezioso patrimonio clinico, assistenziale e scientifico del Cric rischia di essere disperso – scrive il senatore dem nella sua interrogazione – Si tratterebbe di una scelta devastante che andrebbe a pesare sulle famiglie e sulla capacità di presa in carico dei pazienti affetti sul territorio da tali patologie».

Il Cric attualmente dispone di 8 posti letto, quattro medici, una psicologa psicoterapeuta, l’equipe riabilitativa e il personale infermieristico.

Il centro svolge attività ambulatoriali e di ricovero riabilitativo: in pratica prende in carico i pazienti inviati dal medico curante o dagli specialisti per effettuare la prima diagnosi di patologie neurodegenerative che compromettono la cognitività e gli approfondimenti diagnostici di casi complessi.

Il lavoro è organizzato in modo multidisciplinare e multispecialistico: prevede la collaborazione tra medici (geriatri e neurologi), psicologi, infermieri, operatori socio-sanitari ed esperti di riabilitazione motoria e cognitiva.

«Solo non smantellando questa struttura è possibile garantire un’opportunità unica, anche a livello nazionale, per gestire in modo efficiente, d’intesa con i medici di medicina generale, gli specialisti ospedalieri e le strutture della sanità pubblica a livello territoriale, l’arrivo dei nuovi farmaci e non disperdere il patrimonio di conoscenze maturato in questi 25 anni di attività», ha sottolineato Martella nella sua interrogazione, in particolare perché «all’orizzonte si prospettano nuovi farmaci biologici che potrebbero incidere positivamente sul decorso delle suddette patologie – spiega – farmaci già stati approvati dall’Ema, e che in Italia attendono il via libera da parte dell’Aifa».

La richiesta di Battistella 

Ad allertare per prima il sindaco Sergio Giordani e la sua giunta della situazione era stata proprio Valentina Battistella: «Il Cric va preservato e rafforzato – aveva sottolineato la consigliera civica – Rappresenta un’opportunità unica a livello regionale e nazionale di affrontare in modo efficiente anche la gestione dei nuovi farmaci. Così come il progetto di attuazione della Teleriabilitazione, di cui proprio il Cric è già identificato come capofila. Infine è necessario che i posti letto, il personale e i servizi del Cric siano riconosciuti nel progetto di nuovo ospedale a Padova Est». Da qui la richiesta di attenzione da parte dell’amministrazione comunale.

Il Comune è parte in causa perché il Cric, pur essendo incardinato nelle schede ospedaliere della Regione nell’ambito dell’Azienda Ospedale Università, è attualmente operante all’interno di Palazzo Bolis a Selvazzano, una struttura di proprietà di Alta Vita – Ira, vale a dire un ente controllato dal Comune che ne ha nominato il presidente Stefano Bellon e il consiglio di amministrazione.

Lo stop politico all’operazione dunque sembra essere arrivato anche ai massimi livelli nazionali.

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