Culturista morto esami tossicologici per chiarire il giallo Aperta un’inchiesta

Eseguita l’autopsia sul corpo del giovane Daniele Pozzi Molto sangue nei polmoni, ora gli esami di laboratorio



Saranno gli esami tossicologici a raccontare la verità sulla morte di Daniele Pozzi, il culturista 23enne originario di Varese trovato senza vita nella sua camera d’albergo, in via del Pescarotto, all’alba di lunedì, a poche ore dall’ultima sessione di gare che si erano concluse nella serata di domenica in Fiera a Padova.

L’esame

Nessuna anomalia visibile all’occhio è emersa dall’autopsia eseguita ieri dal medico legale Antonello Cirnelli su incarico del pubblico ministero padovano Cristina Gava. Nulla di evidente dal punto di vista macroscopico se non un marcato edema, ovvero la presenza di tanto sangue nei polmoni, fenomeno che si riscontra in tanti casi. E allora perché il cuore di Daniele si è fermato? Solo gli esami di laboratorio su sangue e altri liquidi biologici prelevati dal corpo del culturista chiariranno se l’atleta abbia assunto qualche sostanza dopante o stupefacente. Certo è che il fisico di Daniele è risultato tutto “grande”. Se il ragazzo appariva come “un armadio”, alto, con una notevole massa muscolare e ben piantato, anche all’interno del suo organismo tutto era di dimensioni notevoli (dal fegato, alla milza, al cuore). Resta da capire se quel volume degli organi fosse tipico della sua costituzione fisica o, al contrario, di natura patologica in quanto alimentato da qualche sostanza vietata.

È uno dei quesiti che il magistrato ha posto al medico legale che avrà 90 giorni di tempo per trasmettere la relazione finale. Nello stomaco c’erano residui di sostanze già in fase di digestione e, anche in questo caso, solo gli esami di laboratorio potranno mettere in luce se si tratti di cibo o anche di altro. Nessun segno particolare sul corpo. Il decesso si è verificato nelle prime ore del mattino del 23 settembre.

Il dramma

Intorno alle 6 di lunedì scorso a dare l’allarme era stata la fidanzata Ilenia Bassoli che, con lui, condivideva una stanza dell’albergo B&B in via del Pescarotto. Sul posto l’ambulanza con il medico che ha constatato il decesso. Domenica era stata una giornata importante per Daniele che aveva partecipato alla Yamamoto Nutrition Cup, conquistando quattro medaglie nella sua categoria. Un fisico plasmato dal bodybuilding che era una ragione di vita per il giovane come racconta il suo profilo Facebook: nelle foto di uno o più anni fa è quasi irriconoscibile tanto era cresciuto quel corpo e l’intera massa muscolare.

L’inchiesta

«Avevo iniziato ad allenarlo solo quattro settimane fa ma girava voce che ci andasse pesante... È andato avanti a carboidrati zero per tanto tempo e poi prendeva cose che possono fare male al cuore, prodotti vari... Stavo provando a trovare la via giusta per indirizzarlo, per farlo allenare in un modo nuovo» aveva commentato addolorato il suo allenatore Matteo Martinez appena informato della notizia. Al momento non risultano indagati. Daniele lavorava per un’agenzia di sicurezza svizzera: il suo sogno era aprire a Varese un negozio di prodotti e integratori per chi frequenta le palestre. La famiglia ha nominato legale di fiducia l’avvocato Gianluca Franchi. —

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