Da Abano alla Marmolada, il viaggio di Jimmy lo sciamano

ABANO TERME. Poetica e surreale. Appare come una visione quella tenda bianca e circolare, con il camino che svetta al centro della copertura, tra i prati e le rocce di Contrin. Quella yurta tibetana...

ABANO TERME. Poetica e surreale. Appare come una visione quella tenda bianca e circolare, con il camino che svetta al centro della copertura, tra i prati e le rocce di Contrin. Quella yurta tibetana ha spinto diversi escursionisti di passaggio tra i pascoli di Malga Contrin (2027 m, in Fassa, Trentino) a fermarsi e osservare, alcuni pure ad avvicinarsi e, scendendo a valle, raccontare, quasi come una leggenda, di uno “sciamano” che vive lì da fine giugno. Curiosi, abbiamo cercato di rintracciarlo e, alla fine, è stato lui, Jimmy Salmaso, un’infanzia vissuta ad Abano, a invitarci lassù. La salita dal fondovalle alla tenda è preparatoria alla vista della yurta che non ci aspettiamo a queste latitudini, ma che pare perfettamente integrata nel luogo. Ed è quando varchiamo la soglia e sediamo sui cuscini di cuoio, accanto al letto, tra i cesti di vimini (dispensa e armadio), il calore della stufa, la luce naturale diffusa e l’intenso profumo d’incenso, che tutto diviene estraniante. È a questo punto che comincia il racconto di Jimmy, occhi magnetici e aspetto d’asceta, che divide il riparo asiatico con Nadia Sgaravato.

Jimmy ha 37 anni e a Padova faceva l’imprenditore. A 29 anni un intervento sbagliato a una gamba gli ha sconvolto l’esistenza: «Un medico italiano», spiega «mi ha rimesso in piedi, ma stavo male. Lui mi ha consigliato di cercare un “dottore dell’anima”. Così sono partito per il Brasile, passando per Caraibi, Bolivia e Perù. Alla fine uno sciamano ha trovato me. Ho trascorso con lui un paio d’anni, imparando e studiando fisica quantistica. Poi mi hanno detto che ero pronto a tornare in Italia». Jimmy si occupa d’energia ambientale, si mantiene facendo corsi di meditazione e vede la terra come un grande corpo con chakra e meridiani: «Se intervieni in un luogo equilibrandone i flussi sta meglio anche la popolazione». Prima d’arrivare in Fassa, Jimmy e Nadia erano in Toscana, prima ancora in Val Vestina, dove Jimmy ha messo in pratica principi di cristalloterapia. I due sono giunti ai piedi della Marmolada perché la ritengono un’importante catalizzatrice d’energia - c’è chi ricorda ancora il laboratorio allestito negli anni Cinquanta al Fedaia per ricerche sui raggi cosmici sotto la supervisione dei fisici dell'Università di Padova, che richiamò pure i premi Nobel Fermi e Blackett - capace d’influenzare ampie zone circostanti. «In questi mesi abbiamo posizionato, tra le rocce, due anelli di dodici “veicoli” (oggetti di vetro a forma di corona e cipolla), per mettere in moto energie “cielo-terra”. E adesso siamo in partenza». Per fare tutto ciò Jimmy e Nadia hanno installato “il campo” al Contrin e circolano con quad e pulmino. Ma soprattutto hanno attraversato le montagne di tutta l’alta Fassa, compreso il ghiacciaio della Marmolada. E quando, salutandoci, scrutiamo il cielo nuvoloso e chiediamo a Jimmy il perché di tanta pioggia negli ultimi mesi, ci risponde: «È naturale: la terra è in cambiamento. L’acqua purifica».

Elisa Salvi

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