Da Aviano al MasterChef Usa Luca, un trionfo che sa di frico

AVIANO. Lo chef di Aviano Luca Manfè ha vinto la finalissima. È lui il MasterChef Usa 2013, trasmissione regina tra i vari cooking show in onda dall’altra parte dell’oceano con tre super giudici: il temutissimo Gordon Ramsay, il restaurant man Joe Bastianich e la stella della cucina americana, il pignolissimo Graham Elliot.
Arrivato in finale giocandosi all’ultimo spareggio la carta del frico, Luca Manfè - 31 anni, di Aviano e New York da anni - dopo esser stato bocciato all’ultimo nella terza edizione (sempre americana) quest’anno alle selezioni è entrato di diritto tra i 40 sfidanti della quarta edizione. Quaranta sfidanti, ridotti subito a venti, che Luca Manfè ha affrontato uno dopo l’altro, barcollando un po’ all’inizio ma poi dimostrando talento e simpatia da vendere. Tanto da conquistare sulla sua pagina personale di Facebook e su quella come concorrente di MasterChef Usa “season 4” frotte di sostenitori. Nella finalissima, ha battuto la californiana Natasha.
Da quasi 10 anni Manfè vive negli Stati Uniti, e a New York è general manager nel settore della ristorazione. Di aver vinto, giura di averlo capito solo quando il cattivissimo Gordon Ramsay ha detto il suo nome: «Cinque secondi prima ho guardato mia moglie Cate e le ho fatto cenno di no col capo. Natasha, la mia ultima avversaria, è sempre stata la “prima della classe” . Ero convinto che alla fine scegliessero lei».
Per vincere in finale, ha scelto piatti della cucina internazionale: «Foie gras, che io adoro, e costicine di manzo, ma in ricette con un tocco di originalità e italianità. Per il dolce volevo qualcosa che rimandasse al mio paese d’origine. Così mi sono inventato un piatto tricolore: panna cotta al basilico con marmellata di pomodori».
Quello di Manfé a MasterChef 4 Usa è stato un percorso altalenante: «La svolta è arrivata con la puntata con i nostri familiari come ospiti a sorpresa. Ho fatto per mia moglie Cate un filetto di ippoglosso con un risotto agli asparagi: molto friulano. Ho vinto la prova. E ho capito che potevo arrivare lontano». In semifinale è toccato al frico: «È il piatto che mi ha aperto la porta per la finalissima. E ne sono orgoglioso. Anche il mio libro, di prossima pubblicazione, sarà pieno di ricette friulane e tradizionali-familiari. Sarà un libro della cucina intesa come declinazione degli affetti familiari e non solo. L’ho scritto basandomi su quello che mi hanno insegnato mia nonna Anita e mia madre Bruna».
Con il titolo, lo chef ha vinto 250 mila dollari: pensa a una Vespa Vintage, a donazioni benefiche, a un ristorante tutto suo da chiamare “Frico”. Intanto darà lezioni di cucina:piatti che saranno un trionfo di tecnica e fantasia, ma sul vino non si discute: «Friulano, solo friulano».
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