Da Padova a Cambridge Silvano, il sarto di Hawking

Lo scienziato inglese da 10 anni si affida all’atelier di via Roma per i vestiti su misura L’incontro nel 2006 dopo un convegno, l’ultimo ordine pochi giorni fa: un abito blu
Di Alberta Pierobon

Stephen e Silvano. Una singolare amicizia quella tra lo scienziato Hawking, 75 anni, inglese, cosmologo, fisico, matematico, astrofisico, l’uomo fatto di pensiero, il genio che cuce le teorie sul mondo dell’infinitamente piccolo (i quanti) con quelle dell’infinitamente grande (la relatività); e il coetaneo sarto Concolato, 75 anni, che nel 1963 aprì bottega in via Roma e da allora cuce su misura la Padova elegante.

Chino sul tavolo da taglio del piccolo laboratorio al secondo piano, sopra la vetrina del negozio al civico 102, Silvano Concolato con il fratello-socio Dino, 82 anni, sta confezionando due abiti al più speciale dei suoi clienti abituali: Stephen Hawking, appunto. Un completo blu elegante e una sobria grisaglia. Entrambi nel consueto modello monopetto, tre bottoni, spacco centrale: tre settimane e il pacco con gli abiti pronti e ben piegati partirà per Cambridge.

E’ diventato il sarto “ufficiale” dello scienziato nel maggio 2006, quando Hawking fu a Padova per sei memorabili giorni, col palazzetto in via San Marco tutto esaurito come per una rockstar, con le “chiavi della Città” in tasca, con un seguito strepitoso, dagli scienziati alle persone comuni. Perché Hawking testimonia l’incredibile che diventa vita reale, racconta di una condizione umana dannata e privilegiata che, oltre i limiti di un corpo atrofizzato e immobile, illumina le più vertiginose altezze della scienza. Era giovanissimo quando gli diagnosticarono la sclerosi amiotrofica laterale, disintegrazione delle cellule nervose: doveva vivere un pugno di anni, e invece. Due mogli e tre figli, le ricerche e le scoperte sui buchi neri, la relatività e il resto, 30 anni sulla cattedra di matematica di Cambridge (quella che fu di Newton) fino al 2009, ora la direzione del Dipartimento; 10 milioni di copie vendute del suo libro “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del mondo”. Trovando spazio e tempo anche per l’agenda ludica: dalla partecipazione attraverso sintetizzatore vocale a un disco del Pink Flyod (“The Endless River” 2014), alla comparsa in un episodio “Star Trek: the next generation” mentre gioca a poker con Einstein, Newton e il comandante Data. Per la cronaca, vince lui e gli arriva Marylin Monroe in premio e in braccio. Stephen Hawking non si muove, non parla, è su una carrozzina, comunica attraverso un sofisticato computer che trasforma in parole (7-8 al minuto) i cenni mirati prodotti dal muscoli che ancora riesce a muovere: il contrarsi della guancia destra, il battere di ciglia, gli occhi che si chiudono, lo sguardo che si sposta.

«Era maggio del 2006, un collaboratore ci contattò per chiederci di raggiungere un cliente in albergo per un abito» racconta il maestro sarto Silvano Concolato; «Il nostro stupore fu enorme quando capimmo che il cliente in questione era Stephen Hawking. Gli presi le misure, ci parlammo, lui al computer muovendo gli occhi: sullo schermo comparivano le frasi in inglese e un suo collaboratore me le traduceva. È stato gentilissimo, ci salutammo e me ne andai. Da quel primo incontro, gli ordini da parte del professore non hanno smesso di arrivare. L'ultimo pochi giorni fa: due abiti su misura, uno in tela di lana blu per l'estate, l'altro in grisaglia grigia per l’inverno», continua con il dovuto orgoglio Concolato, che racconta anche di come, ad ogni Natale, non è mai mancata una telefonata di auguri attraverso un assistente di Hawking. «Per noi è un onore vestire un cliente così speciale, se si affida a noi vuol dire che apprezza il nostro lavoro e i vestiti su misura che prepariamo per lui. Per noi non c’è cosa più importante della soddisfazione dei nostri clienti».

Sono 55 anni che li accontenta, i clienti, da quando, anni Sessanta, un abito costava 80 mila lire, uno stipendio medio (un commesso guadagnava 37 mila lire al mese); uno smoking, il doppio. Oggi, finissimi tessuti (italiani o inglesi) compresi, costa circa 1600 euro un abito, il doppio uno smoking. «Quando abbiamo aperto, via Roma era il centro commerciale di Padova. In città e provincia le sartorie erano centinaia, adesso si contano sulle dita di una mano. Negli ultimi anni qualcosa, però, è cambiato: vediamo un rinnovato interesse per il ben fatto, per la qualità artigianale», conclude Concolato e racconta anche di come la sartoria, il gusto di indossare abiti su misura, la passione nell’imparare l’arte antica di tagliare e cucire, stia diventando appannaggio degli orientali, Taiwan, Corea, Cina.

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