Accendono un fuoco nell’hotel abbandonato, dopo la bravata c’è la fuga

A Monteortone, al confine tra Teolo e Abano, sono intervenuti i pompieri. Preso di mira l’albergo Michelangelo chiuso da anni, i vicini hanno dato l’allarme. Il sindaco Turetta: «Chiederemo alla proprietà di sbarrare meglio gli accessi»

Federico Franchin
La facciata del Michelangelo (foto Piran)
La facciata del Michelangelo (foto Piran)

Appiccano un fuoco tra le sterpaglie del giardino del dismesso Hotel Michelangelo, a Teolo, per passare la giornata. Protagonista un gruppo di ragazzi, visto entrare ed uscire dal recinto dell’albergo di Monteortone, per poi dileguarsi.

Ad accorgersi dell’intrusione i vicini che risiedono nei pressi dell’hotel. L’episodio è avvenuto giovedì verso le 17. I ragazzi, tutti presumibilmente teenager, hanno appiccato il fuoco per fare la classica bravata.

Hanno visto delle sterpaglie ammassate e hanno acceso il fuoco, che ha generato delle piccole fiamme e tanto fumo. Avvertiti dai residenti, sono arrivati in tempi di record i vigili del fuoco dal vicino distaccamento di via Barovier, ad Abano.

I pompieri hanno domato velocemente le fiamme e dopo aver spento l’incendio hanno effettuato una perlustrazione dell’albergo, non trovando nessuno al suo interno. Dopo circa un’ora se ne sono andati. Della questione si è interessato da subito il sindaco di Teolo, Valentino Turetta.

«Dopo quanto accaduto giovedì non ci resta per l’ennesima volta che chiamare la famiglia Rabensteiner, proprietaria dell’immobile, per chiedere che l’albergo venga messo in sicurezza», spiega il primo cittadino di Teolo. «L’anno scorso erano stati fatti dei lavori di pulizia dell’area, ai quali non c’è stato alcun seguito. La zona è tornata a presentarsi degradata e quindi solleciteremo un intervento urgente. Oltre alla pulizia del verde, chiederemo che l’albergo venga messo in sicurezza, tramite operazioni di sbarramento degli ingressi. Non è cosa facile, perché ci sono tante porte e finestrelle e il recinto è facilmente scavalcabile».

Turetta attende fiducioso, anche se precisa: «È difficile pensare che l’albergo venga riqualificato a breve. La proprietà non deve navigare in ottime acque, dato che noi stesso come ente avanziamo i 300 mila euro della fidejussione per il cambio di destinazione d’uso dell’hotel in area medica e altri 300 mila euro di tributi non versati. Insomma con una situazione di questo genere è difficile pensare che il Michelangelo possa a breve essere rigenerato».

Il sindaco conclude con un auspicio. «Quello che ci auguriamo è che almeno la proprietà lo sorvegli e lo tenga al riparo dalle eventuali irruzioni».

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