Da Padova alla Columbia University, premiata per gli studi sulle leucemie

PADOVA. Una laurea in Medicina, conseguita al Bo, e un sogno nel cassetto: curare il cancro. Giulia Fabbri, che oggi ha 34 anni, è una dei tanti ricercatori che, nel mondo, si dedicano ogni giorno ad inseguire l’obiettivo. E, nel suo caso, con dei buoni risultati, che l’hanno portata a diversi riconoscimenti internazionali: uno le sarà assegnato mercoledì 28 ottobre, a Washington, dove presenterà i dati raccolti per il “Paola Campese Awards on Research on Leukemias”. Ed un altro le sarà assegnato, quasi in contemporanea, dalla Fondazione Issnaf (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), che ha finanziato con più di un milione di dollari i cervelli italiani, inserendoli in programmi di tirocinio in Nord America e promuovendo la cooperazione in ambito scientifico, dal settore aerospaziale all'ingegneria, dalla biologia molecolare alle startup della Silicon Valley.
Giulia si è laureata con il professor Giuseppe Basso, responsabile di quel reparto di Oncoematrologia Pediatrica che, dai tempi di Luigi Zanesco, è uno dei fiori all’occhiello del nostro ospedale. «La mia tesi» spiega la ricercatrice «riguardava le leucemie linfoblastiche acute. Poi, dopo il dottorato sempre ad Oncoematologia Pediatrica, ho deciso di continuare i miei studi all’estero, perché volevo conoscere un altro modo di lavorare e di fare ricerca». Così è finita a New York, e in particolare alla Columbia University: un ateneo privato che ogni anno accetta solo il 6,9% di coloro che ne fanno richiesta. Ci sono cento e uno premi Nobel assegnati, in varie discipline, a studenti, ricercatori, o professori di questa università, seconda solo all'università di Harvard (circa 150). Giulia ci entra nel 2007, quando conosce il professor Riccardo Dalla Favera: gli espone i suoi progetti e mostra il suo curriculum, con l’esperienza maturata a Padova fino a quel momento.
Dalla Favera la promuove, e la porta con sé tra i suoi laboratori moderni e funzionali dove, grazie ad una borsa di ricerca, Giulia ha potuto lavorare fino ad oggi: «In questi anni» spiega «mi sono concentrata sulla genomica della leucemia linfatica cronica, scoprendo che un gene, Notch1, è mutato nei pazienti che non rispondono alla terapia o che trasformano in forme molto aggressive di linfoma. Al momento sto studiando il ruolo funzionale nelle mutazioni di Notch1 nella leucemia linfatica cronica, con tecniche high throughput come Rna-Seq, ChIp-Seq e con modelli murini». Insieme a Giulia Fabbri, la Fondazione Issnaf ha premiato numerosi altri studiosi, tra cui un’altra veneta: Romina Fiorotto, originaria di Roncade (Treviso), e ricercatrice alla Yale University, Internal Medicine, New Haven. In questi giorni, poi, la Fondazione celebra il suo evento annuale, nell'Ambasciata Italiana a Washington: nell’ambito della manifestazione sarà assegnato il Lifetime Achievement Award, premio per gli scienziati italiani che si sono distinti nella loro carriera in Nord America. Il riconoscimento per il 2015 va al professor Enrico Bombieri, matematico italiano nato a Milano nel 1940 e attualmente professore emerito nella School of Mathematics presso l'Institute for Advanced Study a Princeton, nel New Yersey, uno dei centri di ricerca teorica più avanzati al mondo.
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