Da residence per studenti a palazzo della vergogna

Alcuni lo paragonano alla famigerata via Anelli, altri lo chiamano il nuovo Bronx. Il residence Ibisco è un condominio di 63 miniappartamenti, 40 metri quadrati ciascuno, in via Altichieri da Zevio 61, all’Arcella. Una struttura fatiscente, dove panni appesi alle finestre si alternano a grandi parabole di ricezione. All’interno, non senza difficoltà, convivono nigeriani, pakistani, indiani, cinesi, rumeni, marocchini e tre italiani. Centinaia di persone di etnie diverse, con usi, costumi, abitudini opposte e contrastanti. Alcuni sono arrivati subito dopo la chiusura di via Anelli, altri hanno fatto il loro ingresso molto più recentemente, altri ancora sono presenti dagli anni ’70, quando in origine l’Ibisco era un condominio di tutto rispetto, nato con lo scopo di ospitare soprattutto studenti e lavoratori fuori sede. I problemi sono iniziati attorno al 2007.
prostituzione
Il complesso ha cominciato a riempirsi di stranieri, non tutti con buoni propositi. Hanno iniziato ad esserci prostituzione, spaccio di droga, microcriminalità. Gli italiani che hanno avuto la possibilità di andarsene se ne sono andati, gli appartamenti si sono svalutati, i proprietari che affittavano hanno abbassato i canoni e il residence, a poco a poco, si è degradato. «Ho comprato un appartamento in questo stabile nel 2007 pagandolo 87 mila euro», racconta una dei pochi italiani che ancora vivono all’Ibisco. «Non posso andarmene da qua, sto ancora pagando il mutuo e la casa oggi non vale quasi nulla. Mai avrei pensato che il condominio si riducesse in queste condizioni».
litigi continui
Dell’incuria in cui versa il grande casermone di via Altichieri da Zevio si lamentano anche molti stranieri che ci abitano. «C’è sempre casino qua dentro, giorno e notte: si sente gridare, litigare», racconta un ragazzo pakistano che vive insieme ad altri connazionali nel residence. «Pago 450 euro di affitto e non ho il gas ormai da 6 mesi. Lavoro come magazziniere e vorrei cambiare casa ma nessuno vuole affittare a noi stranieri e così sto qua». Il fratello di una donna indiana che vive all’Ibisco è lapidario: «Qui ci abita mia sorella ma io non ci entro neppure».
Negli anni i residenti che si sono susseguiti hanno provato di tutto per migliorare la situazione: raccolte firme, esposti, proteste. Niente.
sempre più degrado
«La zona si è molto degradata», racconta Francesco Fioranzato, titolare della pizzeria della via dal 2002. «Nella via principale, via Perosi, quasi tutti i negozi hanno chiuso. Quando sono arrivato l’Ibisco era un palazzo bello. Erano tutti studenti, adesso invece questo è diventato un quartiere di vecchi e immigrati». Un quadrilatero quello tra via Altichieri da Zevio, via Perosi, via Durer e via del Plebiscito che fa paura. A dirlo sono i residenti: «Il residence ha rovinato la zona»,dicono Antonella Bacco e Maurizio Nardin. «Queste persone che non lavorano vivono tra droga, prostituzione e delinquenza. Noi non usciamo più quando inizia ad essere buio. E anche di giorno non siamo tranquilli». «Un anno fa alle cinque di pomeriggio, mentre ero a spasso con il cane in via Durer, mi hanno strappato dal collo una collanina d’oro», aggiunge Antonella.
Sempre in mattinata ieri è arrivato anche il consigliere comunale Simone Pillitteri: «È una situazione che conosciamo, difficile, che adesso a maggior ragione prenderemo seriamente in mano». —
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