Da Sesa arriva l’ultimatum a Padova Tre

ESTE. O il risanamento è credibile e tempestivo, o la soluzione meno dolorosa per tutti è il fallimento: è questa la posizione di fondo con cui Sesa spa si presenterà questo pomeriggio alla riunione in programma con il consiglio di amministrazione della Padova Tre srl: l’incontro è stato convocato la scorsa settimana con lo scopo di mettere in chiaro la situazione in cui versano i conti della società, il cui cda ha denunciato un “buco” da 30 milioni di euro. La questione tocca più che da vicino Sesa, che con la Padova Tre svolge il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per la Bassa padovana e il Piovese, dato che quasi la metà di quel buco si traduce in un debito nei suoi confronti. La pazienza di Sesa, per altro partecipata al 51% dal Comune di Este che come tutti gli altri comuni del Consorzio ha una quota anche nella Padova Tre, sembra ormai agli sgoccioli: «Siamo a disagio nel sentirci chiamati in causa nelle vicende che coinvolgono la Padova Tre» ammette il presidente Sesa Natalino Furlan,«a noi, come più volte ribadito, non compete approvare i conti o esprimere un giudizio sul piano di risanamento che la società dovrà affrontare. Ciò che a noi interessa è salvaguardare gli utenti che pagano il servizio e chi come noi quel servizio lo effettua regolarmente».
Sul piano di risanamento annunciato dal cda della Padova Tre e approvato dal Consorzio Padova Sud - che ne è il proprietario - Sesa nutre forti perplessità: «Bisogna passare velocemente dalle parole ai fatti, ancora non si è fatto nulla. Sarebbe stato utile» sottolinea Furlan, «che a quest’ora fosse già stato concluso o almeno avviato». A fronte dei 13 milioni e mezzo di crediti che vanta nei confronti della Padova Tre, Sesa continua a garantire il servizio di raccolta differenziata: «I livelli qualitativi» sottolinea Furlan, «sono elevatissimi. Con grandi sacrifici rispettiamo la regolarità dei pagamenti alle nostre maestranze e ai fornitori. Ma questa situazione venutasi a creare sul territorio è ormai insostenibile: se non ci sarà un cambio di rotta immediato e trasparente ci vedremo costretti, nostro malgrado, a rivolgerci alle autorità competenti per tutelarci e per tutelare il credito che ci consente di garantire i servizi della raccolta differenziata anche in futuro».
Sembra che Padova Tre non abbai fatto molto per distendere il clima nemmeno in questi ultimi giorni, infatti non ha ancora fornito alla Sesa i dati di bilancio richiesti, istanza più che comprensibile dal momento che fino a oggi la gestione dei flussi finanziari è stata di esclusiva competenza della Padova Tre, che non avrebbe mai reso conto ai componenti privati dell’Ati (oltre Sesa anche De Vizia Transfer spa - con cui ha quasi tre milioni di debito - e Abaco spa). Sesa annuncia già che non accetterà alcun piano che preveda di far ricadere sui cittadini gli effetti della mala gestione: «La tutela degli utenti è ciò che ci sta a cuore» conferma Furlan, «sono loro i nostri clienti. Qualsiasi forma di risanamento passa attraverso il rispetto dei cittadini che non possono vedere addebitate a loro le inefficienze di altri».
La strada per il risanamento della Padova Tre corre su un binario segnato: dismissione di tutte le attività fuori concessione - per esempio il servizio di raccolta rifiuti in Vallagarina che è in perdita - dismissione delle società partecipate, taglio di tutti gli sprechi. Tema cruciale sarà quello dei piani economico finanziari che da ora in avanti dovranno essere stilati sulla base dei soli costi dei servizi riferiti alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, quei “costi propri” su cui Piove di Sacco da un anno e mezzo continua a battere. Ma tanto ottimismo sulle sorti della Padova Tre non si respira nell’aria. Anzi. Per più di qualcuno, forse anche la stessa Sesa, solo il fallimento della società potrebbe mettere fine al più presto all’emorragia e creare le condizioni affinchè i danni di tanti anni di inefficienze non ricadano sulle tasche dei cittadini.
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