Dal Greenwich Pub piovono accuse alle associazioni
CURTAROLO. Sagre e concerti organizzati dalle associazioni, si riapre la guerra dei locali. A lanciare il grido d'allarme è David Nalesso, gestore del Greenwich Pub di Curtarolo. In una lettera ai sindaci del posto, descrive un fenomeno che lo starebbe mettendo in grave difficoltà: «Negli ultimi anni non solo nel periodo estivo, ma anche in quello invernale, sono nate manifestazioni organizzate da associazioni che propongono concerti e attività musicali con somministrazione di cibi e bevande, soprattutto alcolici».
Secondo Nalesso si tratta di «vere e proprie attività commerciali che non operano in un regime di leale concorrenza e che traggono i loro profitti dalla vendita incontrollata soprattutto di alcolici». «Parte degli utili sono dati in beneficienza», osserva, «però è il modo in cui si ottengono questi fondi che può essere ampiamente discusso». Le associazioni, a suo dire, punterebbero su «centinaia di litri di birra, spritz e grappette a non finire e se questa è cultura almeno diciamo che è la mal cultura del bere».
Il gestore del Greenwich Pub cita un caso: «Sabato a Piazzola è intervenuto il soccorso medico per rianimare una ragazza in evidente stato di alterazione dovuto all’eccessivo consumo di alcolici: chi è responsabile di questo?». La crisi fa sentire il suo peso: «Noi gestori siamo costretti a diminuire sensibilmente i nostri organici lasciando a casa e quindi senza reddito i nostri dipendenti, alcuni dei quali con famiglia o in prospettiva di crearsene una». Le associazioni, invece «non sono tassate e hanno obblighi e controlli fiscali minimamente paragonabili a una attività normale che tutti i giorni lotta per sopravvivere alla schiacciante pressione fiscale».
Una soluzione? «Le associazioni socio-culturali devono occuparsi di tutte le attività culturali, sportive come la musica e quant’altro, mentre l’eventuale attività di somministrazione di alimenti e bevande dovrà essere svolta da operatori del settore, che saranno scelti dall’associazione tramite una piccola gara d’appalto chiedendo ai gestori del comune interessato se sono intenzionati a partecipare».
Silvia Bergamin
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