Dal limo è affiorato il teatro Zairo

Prosciugata la canaletta nell’Isola Memmia, sono emersi i primi gradoni: oggi visita guidata in 3D
Attesissima la “prima” del teatro romano Zairo, mille comodi posti sotto l’isola Memmia; semplice da raggiungere perché accanto alla trafficata via Annia che attraversa Patavium da sud a nord; comodi e sconfinati parcheggi per carri, cavalli e bighe e pure a due passi dal grande tempio in via Manzoni (sotto l’istituto Marconi) ché dopo lo spettacolo magari ci sta una sosta rituale ad ingraziarsi gli dei.


Insomma, siamo alla vigilia dello svelamento dell’anfiteatro romano di Padova. Lunedì scende in campo anzi in canaletta un drappello di archeologi, tra i quali una ventina di studenti e specializzandi del Dipartimento: badile alla mano e con molta attenzione toglieranno il limo depositato sul fondo ora emerso dopo che l’acqua è stata tolta, e comparirà la parte apicale del teatro, la sommità della gradinata. Poi si continuerà a togliere il limo tra pompe e olio di gomito. A dirigere lo scavo, il direttore del Dipartimento di Archeologia, Jacopo Bonetto che peraltro ogni giorno è in loco a monitorare i lavori in vista del definitivo disvelamento. Giusto per ricordare, tutto iniziò in giugno e subito si intoppò causa difficoltà nel prosciugare la canaletta. Lavori fermi, cambiata la ditta incaricata del cantiere, ora l’acqua non c’è più e, da sotto la melma cosparsa di lacerti di antiche biciclette, vetusti ombrelli, oggettistica varia e arzilli gabbiani becchettanti, comincia ad affiorare lo Zairo. Ieri hanno visto la luce i primi tre gradini degli spalti. Dipartimento universitario, Comune, Sovrintendenza e Museo Archeologico, tutti in trepidante attesa e impegnati ciascuno per la sua parte.


Intanto, ogni giorno dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16 il ponte che guarda lo scavo, quello verso via Belludi, è piantonato da giovani studenti o laureati in archeologia con in mano una foto dello Zairo come era emerso nello scavo di 40 anni fa, pronti a spiegare, informare, rispondere a uno sconfinato campionario di domande che i passanti curiosi si fermano a porre. E sono tanti, soprattutto giovani, i padovani che si scoprono appassionati di archeologia e desiderosi di saperne di più. Le guide saranno lì a disposizione fino al 17 dicembre, termine ultimo dello scavo. Inoltre oggi come ogni sabato (i lavori sono fermi nel fine settimana) sono previste speciali visite sempre in compagnia di ciceroni, durante le quali si potrà sperimentare, tramite appositi visori in 3D, l’emozione di una passeggiata nella Padova romana: anfiteatro Zairo, arena agli Eremitani e porto fluviale che si snodava lungo l’attuale riviera Ponti Romani. Il tutto gratuito.


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