Dal Methis al Prato, un coro «I clienti non arrivano più»

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Un disastro. Questo è il commento degli imprenditori del settore alberghiero. Hanno respirato una boccata di ossigeno nei giorni di Auto e Moto d’Epoca, ma adesso con la crescita esponenziale del Covid, gli ospiti si contano con il contagocce. «Arrivano sempre meno clienti», osserva Francesco Galante, titolare dell’Hotel Methis in Riviera Paleocapa, uno degli alberghi più belli ed originali della città, «Da quando sono cominciati i tempi terribili del Coronavirus, le nostre 45 camere non si sono più riempite. Al massimo riusciamo ad occupare dieci camere con una clientela tutta italiana. Eppure queste sono le settimane in cui sono aperte, al Centro San Gaetano, la mostra su Van Gogh ed, a Palazzo Zabarella, quella sui Macchiaioli. Al momento resistiamo, ma il nostro futuro resta sempre più a rischio. La gente è spaventata. Il turismo, anche quello interregionale, si è quasi azzerato. Teniamo aperto, ma le risorse disponibili si assottigliano sempre di più». Alla Residenza d’Epoca Grande Italia, in Piazzale Stazione, gli ospiti sono sempre di meno: «Ci mancava anche la riduzione delle Frecce Rosse ed Argento di TrenItalia per Roma e Milano», sottolinea l’addetta alla reception, «Continuiamo a tenere aperto, ma la situazione è difficile. Il turismo internazionale è sparito. Un altro lockdown totale sarebbe un disastro».
«Da anni gestisco l’hotel Al Prato con 16 camere e in via Dell’Orologio il Verdi, con 14 stanze», spiega la titolare Marta Crispino, «Non so ancora se riuscirò a tenerli aperti tutti e due. Non arriva quasi nessuno. Mi dispiace per i miei dipendenti-collaboratori. Da quando i ristoranti devono chiudere alle sei di sera, mi sono messa in contatto con alcuni ristoratori che mi mandano i piatti a domicilio, per far cenare gli ospiti in albergo, ma anche questo sistema non è sufficiente a far arrivare più clienti». —
f. pad.
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