Dall’asparago veneto alle piante carnivore la startup Dilflora crea i vegetali in provetta

il caso
Dall’asparago veneto alle piante carnivore, l’esemplare perfetto si clona in un bioreattore. Bastano pochi frammenti di materiale genetico per avere centinaia di copie identiche alla pianta “madre”, attentamente selezionata dall’agricoltore. Il metodo innovativo si deve alla mente geniale di Valerio Guidolin (padovano di Galliera Veneta, 29 anni) che a partire da un laboratorio casalingo organizzato nel garage di casa ha avviato una promettente startup: Diflora.
Super-reattore
«Come idea» racconta Valerio «Diflora nasce nel 2014. Ero appena laureato quando ho costruito il mio primo laboratorio hobbistico, fatto in casa in modo artigianale. In poco tempo ho iniziato a sviluppare nuove tecniche per moltiplicare le piante, specializzandomi nella micropropagazione». La startup (che oggi conta un secondo socio, Enrico Carlon) utilizza diversi metodi, tra cui il bioreattore. Spiegare tecnicamente di cosa si tratti sarebbe un po’ complesso, ma «basti pensare» dice Guidolin «che con i metodi tradizionali per clonare le piante ci vogliono dieci anni. Con questo ne bastano due, e il sistema è molto più economico».
Metodo “green”
Gli effetti positivi sono molti, e non si fermano al portafoglio: prima di tutto c’è una questione ambientale, perché poter moltiplicare le piante “senza piante" permette di salvaguardare le specie rare. «Nel mondo del collezionismo» sottolinea il giovane agricoltore «questo è molto importante: possiamo avere alcune specie ricercate di orchidee, piante carnivore o grasse senza danneggiare l’ambiente». Un secondo aspetto riguarda invece la valorizzazione dei prodotti locali. Dal luppolo all’asparago Di norma, le piante in commercio sono frutto di una attenta selezione: il coltivatore le ibrida alla ricerca dell’esemplare perfetto, che una volta trovato è pronto per andare sul mercato. La pianta “modello” ovviamente si può riprodurre, ma con tempi e costi elevati. Il bioreattore abbatte entrambi, permettendo fra le tante cose di clonare moltissimi esemplari e valorizzando così i prodotti locali che, altrimenti, rimarrebbero coltivabili solo in piccola scala. Diflora ha già avviato due collaborazioni che vanno in questa direzione: una riguarda l’asparago veneto e l’altra riguarda il luppolo.
Piante anti-zanzare
Tra le piante in cui si è specializzata Diflora ci sono le carnivore, che pur non essendo tra le più popolari possono vantare una serie di pregevoli qualità. Una fra tutte: sono in grado di ingurgitare una grande quantità di insetti. La drosera, ad esempio, usa un meccanismo di cattura “a colla” ed è ottima per catturare insettini volanti. Anche la sarracenia svolge egregiamente questo compito, grazie alla sua forma tubolare: il tempi di digestione sono lentissimi, ma lo “stomaco” è capiente. Coltivarle, poi, è semplicissimo: bastano due o tre centimetri di ristagno idrico, con acqua distillata o piovana, e un’esposizione in pieno sole.
Evoluzione
Le piante carnivore, fiore all’occhiello di Diflora, sono assai particolari dal punto di vista evoluzionistico e biologico. Si sono adattate a crescere in ambienti poveri di nutrimenti, imparando a procurarsi il cibo (come l’uomo) e sviluppando una forma di raffinata intelligenza. «Ad esempio la Dionaea, che è la classica pianta “con la bocca”», spiega ancora Guidolin «capta quando si è posato un insetto attraverso dei peletti che recepiscono la stimolazione. Se il sensore è stimolato una volta sola, cataloga come falso all’arme. Se gli stimoli sono due nel giro di un minuto scatta la trappola, che si chiude in meno di un secondo. In altre parole, la dionaea ha elaborato un sistema per calcolare il tempo».
Vivaio online
La serra si trova a Galliera Veneta, ma è aperta al pubblico solo su appuntamento: i contatti sono sulla pagina Facebook (@Difloraplant) e nel giro di qualche settimana aprirà anche il sito. Nel frattempo, i giovani startupper stanno facendo il giro delle fiere dedicate al florovivaismo. —
Silvia Quaranta
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