Dalle telecamere la verità sul tragico incidente

CURTAROLO. È stata eseguita ieri pomeriggio dal professor Massimo Montisci l’autopsia sulla salma del ventiquattrenne Riccardo Tiso, morto sabato sera ad Arsego mentre rincasava in sella alla sua Kawasaki. «Non ci aspettiamo grandi sorprese» dichiara l’avvocato Andrea Ostellari, legale della famiglia Tiso «però l’esame autoptico potrebbe darci nuovi elementi di valutazione così come eventuali riprese delle telecamere delle ditte di via Piovego».
Gli investigatori stanno analizzando ogni dettaglio per riuscire a far chiarezza sull’incidente. Vogliono capire se la moto fosse effettivamente in sorpasso, se la Citroen C4 del ventenne rumeno abbia o meno accelerato nel vedersi sorpassare e quale fosse la velocità dei due mezzi. Venerdì verrà dato l’incarico ad un perito per una consulenza dinamico ricostruttiva. Sempre venerdì, alle 10, nella chiesa di Santa Maria di Non sarà celebrato il funerale di Riccardo. Si prevede una grande partecipazione, come molto sentita è stata la fiaccolata dell’altro ieri sera. Una fiaccolata che è stata un pellegrinaggio di fede voluto dai genitori e condiviso in segno di solidarietà da centinaia di persone. «Per disposizione dei genitori, Renzo e Fabiola, persone di grande fede» ha detto don Loris sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Non prima della fiaccolata «questo pellegrinaggio al santuario della Madonna di Tessara sia un camminare verso un traguardo dove conta solo la preghiera. Siamo un popolo in cammino e, attraverso questi fatti, possiamo riflettere sulla realtà della vita e sui suoi valori, che sono eterni». Il parroco ha quindi dato avvio alla preghiera mariana, recitata lungo il percorso. In testa al corteo Renzo e Fabiola Tiso con i figli Gloria e Federico e i parenti più stretti. Dietro gli amici del loro figliolo stretti uno all’altro nel sostenere un cartellone gigante su cui avevano incollato decine di fotografie di Riccardo. Non ce n’era una in cui il giovane non sorridesse. Durante la processione, alla preghiera don Loris ha intercalato alcune riflessioni. Sentita quella diretta ai giovani: «Con la vita non si può scherzare. La vita è sua, Dio ce l’ha donata per poterla gustare, per poterla godere ma dobbiamo restituirgliela. Non importa se a 20, 30 o 60 anni». E ancora: «Cerchiamo medaglie d’oro da mettere al petto mentre Gesù ha cinto la sua testa con una corona di spine». Davanti al santuario fratelli e amici di Riccardo hanno liberato una dopo l’altra nel cielo otto lanterne volanti. Otto come le sillabe che compongono il nome di Riccardo. La compagnia di ragazzi di Santa Giustina in Colle ha donato a Fabiola due cartelloni con le immagini di Ricky scattate in varie occasioni. Nel vedere il volto sorridente del suo ragazzo, la madre ha stretto i cartelli al cuore e ha baciato ripetutamente le fotografie.
Giusy Andreoli
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