Dall’evasione alla carità: così Pipinato finanzia la onlus del fratello prete

PADOVA. Damiano Pipinato, il Paperone delle calzature che aveva nascosto all’estero per sfuggire al Fisco almeno 40 milioni di euro, ha anche un cuore grande. Risulterebbe socio, assieme ai suoi 3 fratelli (tra loro don Gabriele, vicario episcopale che gestisce i beni della Curia padovana) della Orden Properties, una società inglese, padrona dello stabile che ospita anche Mediaworld in via Venezia.
Questa società, che riscuote gli affitti in Italia e qui paga regolarmente le tasse, fa esclusivamente beneficenza. Non si tratta di bazzecole: ha riscosso 6 milioni 597 mila euro dal 2006 al 31 dicembre 2017.
Il netto di questa cifra è sempre andato tutto a scopi caritatevoli, in prevalenza alla Fondazione Fontana, costituita dallo stesso don Gabriele Pipinato (la sede è la stessa del gruppo Pipinato calzature), anche per i progetti del Sain Martin in Kenya dove l’obiettivo è quello di mettere in pratica il Vangelo promuovendo la giustizia sociale, mettendo gli emarginati in condizione di migliorare la propria vita, mobilitando le comunità per rispondere ai propri bisogni condividendo risorse umane e materiali. Attualmente il presidente è il vicesindaco Arturo Lorenzoni.
La donazione
Come detto la Orden non ha mai evaso un euro, e l’investimento dell’acquisto del fabbricato è stato fatto proprio in chiave caritatevole, come voluto dai quattro fratelli. Una donazione che sta proseguendo anche in questi mesi.
Dopodiché il tribunale di Venezia ritiene che Damiano Pipinato (che non è accusato di nulla e che ha riportato i capitali in Italia dopo aver pagato tasse vicine al 45% delle cifre lorde) abbia comperato la palazzina di via Porciglia e il capannone che ospita Mediaworld, accumulando per anni, in violazione delle norme antiriciclaggio, parte del proprio patrimonio, frutto dell’evasione.
Pipinato, Paesi Bassi
La Pipinato Calzature Spa, l’azienda è in via Orologio 3, una laterale di via Venezia, ha un capitale sociale di 4 milioni di euro e 64 addetti. L’attività di commercio all’ingrosso di calzature è iniziata il 10 marzo del 1993. Impossibile dire chi sono i soci (ci sarebbe solo Damiano, da quanto accertato dalla procura) visto che la proprietà è in capo alla Aureum International Holding B.V con sede nei Paesi Bassi.
Voluntary disclosure
La voluntary disclosure, “collaborazione volontaria”, è lo strumento che il Fisco mette a disposizione dei contribuenti per regolarizzare la propria posizione. Nella richiesta di sequestro preventivo di Pipinato si parla di 25 milioni di euro, anche se nelle carte del tribunale viene commesso un errore formale di calcolo, facendo schizzare la cifra a 192 milioni euro.
Soldi nascosti
Pipinato nell’interrogatorio davanti all’autorità dice: «I soldi li accumulavo in una stanza di un locale annesso all’azienda che conoscevo solo io. Quando li portavo a Penso o alla Banca Zarattini, li portavo con me in macchina, senza nessuna particolare attenzione. Guido Penso mi ha convinto anche ad investire in Veneto Banca e BpVi». —
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