D’Alò: «Non confondiamo educatore e unità cinofila»

È imbufalito, Sandro d’Alò, presidente del gruppo cinofilo “Il Gelso” della Protezione civile e addestratore del famoso border collie Hook, capace di aprire le porte e accendere la lavatrice. D’Alò...

È imbufalito, Sandro d’Alò, presidente del gruppo cinofilo “Il Gelso” della Protezione civile e addestratore del famoso border collie Hook, capace di aprire le porte e accendere la lavatrice.

D’Alò non ha proprio gradito come è stata presentata alla stampa la prima giornata di “Un quattro zampe in famiglia”, patrocinata dal Comune di Padova e promossa dall’associazione “Pet Project”, tenutasi domenica scorsa al parco Iris.

D’Alò, in particolare, non ha mandato giù quell’affermazione «chiunque può diventare unità cinofila, con il proprio cane, della Protezione civile» che era contenuta nel comunicato stampa di presentazione della rassegna.

«Hanno fatto intendere – spiega l’istruttore – che una volta superato il primo livello di educatore cinofilo si può iniziare la formazione dell’unità cinofila di soccorso, ma le due cose sono diversissime».

Secondo d’Alò, infatti, «per diventare unità cinofile di soccorso bisogna diventare in primo luogo dei soccorritori, non tutti possono farlo. Bisogna imparare il primo soccorso, la cartografia, come comportarsi nei boschi e tra le macerie».

E nemmeno tutti i Fido possono trasformarsi in Lassie: «Anche il cane - sottolinea d’Alò - deve avere un’attitudine particolare».

E il presidente del gruppo cinofilo Il Gelso vuole testimoniare di non essere il solo a sentirsi offeso dall’affermazione del comunicato stampa: «Ho sentito tante lamentele da colleghi e anche da alcuni funzionari pubblici che sanno bene come stanno le cose».

Andrea Canton

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