D’Alpaos e Pinato a cena da Cappadona

Dai verbali del processo al luogotenente spunta una riunione nel 2014 tra esperti di idraulica. «Ospedale? Non se n’è parlato»
Di Carlo Bellotto
14 marzo 2005 Sandro Fornasiero nuovo presidente ESU (VIGATO) Cambio Presidente ESU (VIGATO)
14 marzo 2005 Sandro Fornasiero nuovo presidente ESU (VIGATO) Cambio Presidente ESU (VIGATO)

A pensar male si fa peccato e lo si fa ancor di più visto che si parla di Luigi D’Alpaos, stimato professore emerito di idraulica dell’Università di Padova. Giuseppe Olivi, direttore amministrativo di Arpav, interrogato come testimone nell’ambito della tentata concussione per la tangente per la sede Arpav, ha raccontato di essere stato più volte a cena al ristorante Antica Albora di Piove di Sacco, invitato dal luogotenente Franco Cappadona.

In un caso, nel marzo 2014 Olivi racconta: «Erano presenti l’ingegner Tiziano Pinato, l’avvocato Giorgio Fornasiero, il professor Luigi D’Alpaos, un certo Ferlin che si occupa di commerciale e un suo collega del quale non ricordo il nome».

Nel sito Internet della Regione del Veneto, nella sezione dedicata al nuovo ospedale di Padova è stata pubblicata pochi giorni fa (insolito, visto che non tutte le comunicazioni compaiono, ovviamente) la lettera che l’ingegner Pinato, dipendente della Regione, scrive il 6 giugno scorso al “suo” presidente Luca Zaia. Si tratta di una corrispondenza interna, quindi privata. Pinato tira in ballo la relazione da lui inviata nel settembre del 2013 sulle problematiche idrauliche relative alla zona di Padova Ovest in merito alla possibile costruzione dell’ospedale. «Poichè apprendo che stanno per essere prese, sembra in base esclusivamente alla mia relazione» scrive Pinato al suo presidente «spostamenti su altre aree con relative conseguenze economiche e contenziosi, sono a chiederle che venga confutata o meno la mia relazione da un istituto universitario, suggerisco sommessamente il dipartimento Icea dell’Università di Padova, al fine di dipanare senza ombre la questione». Si tratta proprio del dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale del quale D’Alpaos è professore emerito.

Vien da pensare che in quella cena si sia parlato di sicurezza del territorio tra il capo del Genio Civile regionale, uno dei massimi esperti di idraulica del Nord Italia, il direttore amministrativo di Arpav, nel ristorante della famiglia di Cappadona, che come emerge dal processo Arpav si occupava di molte questioni che andavano ben oltre il suo lavoro di carabiniere delle sezione di polizia giudiziaria. Nel processo che andrà a sentenza la prima metà di luglio è emerso come Cappadona avesse un rapporto stretto con l’avvocato Fornasiero, come pure con Pinato. Quest’ultimo scrive quella lettera come a dire: non voglio assolutamente essere l’unico responsabile dello spostamento dell’ospedale da una parte all’altra della città. «Ricordo di quella cena a Piove di Sacco» risponde D’Alpaos, mi aveva invitato un mio amico di Piove di Sacco che è pure morto. Ricordo che c’era Pinato, che conoscevo, degli altri non ricordo. Non parlammo di sicurezza idraulica, nè di dove posizionare il nuovo ospedale, ma di cose banali delle quali si parla a cena». D’Alpaos, come ha più volte ribadito al nostro giornale, ritiene l’area di Padova Ovest una zona a rischio dove in caso si pensasse di realizzare un ospedale sarebbero doverosi una serie di interventi idraulici. Ma Padova Est non è meglio, a quanto pare. «Ma non è che questa area sia un gioiellino eh» ribatte D’Alpaos «Ci sono problemi che devono essere risolti. L’area ha problemi antichi, si allaga per rigurgito del Brenta attraverso il Piovego, lo scrisse Paleocapa già nel 1846. Qui rischiamo di perdere di vista l’obiettivo principale, la sicurezza idraulica: si è costruito troppo in barba a tutte le osservazioni. Abbiamo pagato i debiti del passato e rischiamo di lasciarne degli altri alle generazioni future se non interveniamo. L’area che andrebbe allagata sarebbe quella industriale, sia da un argine che dall’altro, una cosa improponibile. A sostegno della particolarità dei commensali della cena che tira in ballo Olivi, vanno ricordato due deposizioni.

Il 4 marzo scorso, sotto giuramento, sentito come testimone l’ingegner Pinato, ha ammesso di aver subito delle pressioni, proprio da Cappadona, affinchè emergesse che la zona di Padova Ovest era a rischio idraulico. Pinato infatti, come detto, era stato incaricato di redigere una relazione sulla sicurezza idraulica da presentare a Regione e Comune. C’è poi la testimonianza del 21 marzo scorso di Mirco Voltazza, imprenditore e faccendiere di Casalserugo: «L’ingegner Pinato mi ha riferito che una parte degli introiti di alcuni lavori della Regione finivano nella tasche del maresciallo Cappadona, visto che garantiva copertura ad alcune ditte. Molti sapevano che nel ristorante della famiglia di Cappadona, l’Antica Albora di Piove di Sacco si poteva parlare senza l’ansia di essere intercettati visto che le pareti erano schermate».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova