Damiano, la speranza rinata su una carrozzina
La storia
RUBANO
Cinque anni fa, in questi giorni, Damiano, a bordo della sua moto, stava andando al lavoro, quando uno scooter, con una manovra sconsiderata, gli tagliò la strada e lo fece cadere con la schiena addosso ad uno spartitraffico. Il dolore allucinante, la corsa in ospedale, le gambe che non si sentono più e otto ore di operazione alla colonna vertebrale gravemente lesionata. Damiano Marini è cresciuto a Rubano e compirà 36 anni a novembre. «Da quel giorno la mia vita si è capovolta» racconta Damiano. «La mia prima speranza, quando mi sono ritrovato in ospedale è stato “dai, nel giro di qualche mese passa tutto”, poi però è salita la consapevolezza del rischio di rimanere in carrozzina e i pensieri sono diventati “perché è successo proprio a me? Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?”. Ma non mi sono mai perso d’animo. Nella mia testa non ho mai smesso di immaginarmi di nuovo in piedi e ho continuato anche con molte ore di fisioterapia al giorno dando sempre il 300 per cento. L’aspetto più importante è stato l’accettazione della disabilità, quello cambia totalmente ogni prospettiva: capisci che la vita anche da disabile merita di essere vissuta ugualmente. E fondamentale è stato dedicarmi allo sport, spinto dal vedere in tv le Paralimpiadi di Rio del 2016 li ho provati tutti, finché non ho trovato l’handbike e me ne sono innamorato. Un anno fa ho cominciato a fare gare in giro per l’Italia e mi sono laureato campione Veneto e ora sono terzo nella classifica del Giro d’Italia, con il sogno della nazionale italiana e più in là anche delle Paralimpiadi». —
L.P.
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