«Danny era prudente anche in pista»

ESTE. «Danny era un bravo ragazzo, senza nessun vizio, pensava solo alla sua famiglia»: non si danno pace i genitori di Danny Trevisan, il ventinovenne rimasto vittima l’altro ieri del terribile incidente all’autodromo di Adria, in sella alla sua Kawasaki Ninja. Danny, vivaista, sarebbe diventato papà tra pochi mesi, a dicembre: la sua fidanzata, Consuelo Garbin, titolare di un piccolo maglificio, è infatti in attesa di un figlio. La coppia, insieme da nove anni e molto affiatata, aveva comprato casa a Villanova del Ghebbo, il paese di lei: i due fidanzati la stavano sistemando per iniziare a breve a vivere insieme. Per ora Danny abitava ancora a Schiavonia, in via Stazione 25, con il fratello Manuel, la mamma Carla e il papà Tiziano. «Danny era un esempio per tutti» racconta il papà, «era preciso, regolare in tutto, persino nel mangiare. Tutti i giorni, anche dopo dieci ore di lavoro, andava a correre per tenersi in forma, non aveva nessun vizio. Era preciso e rispettava le regole quando si trattava di mettersi in strada con la moto. In pista era un esperto: il problema» si sfoga il genitore, «è che fanno scendere in pista anche motociclisti non esperti, e poi succedono queste cose. Io non voglio incolpare nessuno» sottolinea il papà del centauro, «ma forse se i regolamenti fossero diversi, tragedie come questa si potrebbero evitare».
La famiglia di Danny stava vivendo con emozione le importanti novità in arrivo nella vita del giovane, che si preparava con impegno a vestire i panni del papà. «Specialmente nell’ultimo periodo stava lavorando sodo, con la sua ragazza Consuelo aveva acceso un mutuo e preso una casetta» ricorda il papà, «Danny avrebbe fatto di tutto per la sua famiglia, io gliel’avevo sempre insegnato, la famiglia è la prima cosa. Ora purtroppo non c’è più». Anche gli amici del ventinovenne raccontano commossi la sua gioia all’idea di avere presto un figlio. «Aveva fatto una riunione in bar con tutti noi» racconta Luca Gallantin, «ci aveva convocati pagando da bere a tutti e ci aveva dato l’annuncio che sarebbe diventato padre. Ora il nostro primo pensiero va a Consuelo. Lui era come un fratello per me, una gran brava persona». Luca era nel gruppo di amici e appassionati, incluso il fratello Manuel, che l’altro ieri si erano ritrovati all’Adria International Raceway per una giornata in pista. «Nessuno di noi ha assistito all’incidente» spiega, «in quel momento eravamo tutti usciti di pista per la pausa pranzo. Aspettavamo che tornasse anche Danny per andare a mangiare insieme, ci aveva detto “Faccio gli ultimi giri e poi vi raggiungo”. Invece non è più tornato». Sul fatto che Danny fosse un pilota esperto e prudente, tutti sono d’accordo: il ragazzo aveva anche due brevetti. «In strada era molto prudente, qualche volta andava a correre in pista proprio perché sapeva che lì poteva sfogare la sua passione» conferma Stefano Brustolin, un altro amico accomunato dalla passione per la due ruote. «Era un ragazzo sempre disponibile e aperto con gli amici, se avevi bisogno di una mano si faceva in quattro». Con affetto lo ricorda anche il suo datore di lavoro, Fiorenzo Salmaso degli omonimi vivai, in via Rovigana a Monselice, dove Danny lavorava da circa otto anni. «Era un bravo ragazzo, puntuale e appassionato nel lavoro» sottolinea Salmaso. «Adesso era in ferie per 15 giorni, proprio l’ultimo giorno di lavoro mi aveva detto che sarebbe diventato papà». La data del funerale non è ancora stata fissata: sarà celebrato nella chiesa di Schiavonia.
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