Degrado a Padova, parchi per i bambini rotti e pericolosi

PADOVA. Cinque parchi, cinque zone della città che disegnano il centro storico con passaggi in periferia e un’unica desolante realtà: inadeguatezza per i piccoli. Qualche giorno fa, alla pec del Comune (comune. padova@cert. legalmail. it), è arrivata una lunga e dettagliata segnalazione che ha il sapore di un reportage. Il merito è di Zofia Mackiewicz, mamma da 18 mesi che denuncia (con tanto di fotografie) l’inadeguatezza di aree verdi e zone riservate al gioco dei bambini.

Risultano abbandonate, pericolose, interdette, con giostre deteriorate e a volte danneggiate. L’incuria la fa da padrona con erba alta, ramaglie, tronchi spezzati che possono trasformarsi in vere e proprie minacce per i più piccoli. Senza nessun segnale di manutenzione in atto.
I cinque parchi sono: Giardino Città dei bambini in via Santa Eufemia, al Portello, 9. 460 metri quadrati esclusivi per i piccoli (tanto che gli adulti hanno il permesso di entrare solo se accompagnati da un bambino) descritti sul sito del Comune come un paradiso di sicurezza per le mamme, se non fosse che alcune giostrine sono transennate o protette con rete arancione (e dunque proibite) in attesa, da mesi, di manutenzioni mai programmate.

Nella vasca della sabbia, frequentata oltretutto dai più piccini, c’è davvero di tutto, da mozziconi di sigarette a pezzetti di plastica tagliente a, addirittura, vetri, ma non sabbia. Giocattoli vecchi, consumati dal tempo e visibilmente rotti restano lì con il rischio di far male. Non va meglio in un altro “gioiello” cittadino, il giardino Perlasca, in via San Pio X: 8.195 mq con pavimentazione in cemento crepata, scoscesa e strapiena di avvallamenti e buche. In questo parco non si corre e i giochi sono impacchettati perché rotti da tempo immemore.

Ma lo schiaffo che brucia di più è quello dei giardini dell’Arena, in pieno centro e nel cuore della storia cittadina: 27.301 mq, di cui 3.529 dedicati ai bambini e colmi di sporcizia, dove giocano (e sfondano le giostre) i ragazzi di vent’anni e dove le pozzanghere sembrano eterne, alimentate da fango ed acquitrini. Non va meglio in periferia. Né nel primo anello dei quartieri, come il rione Palestro, dove in via Monte Cengio il Giardino dei Gelsi (3.808 mq) si perde in un abisso di erba mai rasata, tronchi sporgenti, rami che sembrano un percorso a ostacoli e pietre in agguato.

Mentre al giardino Usignolo, in via Rovigo, alla Paltana, fanno brutta mostra di sé 4.981 mq di imbrattamenti, recinzioni scardinate, pietre spigolose pronte a fare lo sgambetto. Il sistema esistente di manutenzione e gestione evidentemente non funziona e nell’ultimo anno e mezzo sembra proprio aver abdicato, in barba al welfare dei piccoli cittadini. Il corollario sono alberi in agonia, vialetti ricoperti di foglie, rametti, mozziconi e rifiuti.
Gli scarabocchi dei teppisti sono la normalità, anche su scivoli, tavoli e pannelli informativi. Custodi? Pochi, quasi invisibili. Tant’è che nei parchi entra chi vuole per far quel che gli pare, comprese faccende illegali.
Il risultato finale è che Padova, non in confronto alla benemerita Europa del Nord, ma paragonata alla sua stessa provincia o a città confinanti, non è ospitale verso i suoi bambini. Certo cancellare il settore verde (scelta della passata amministrazione) ha reso più svogliata la stesa manutenzione.
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