Degrado e incassi scarsi Chiude il Bocconcino

ARCELLA. E anche Silvano Sardena (nella foto), gestore da 32 anni del bar “Il Bocconcino”, in via Jacopo Avanzo 33/1, appena dietro la stazione, ha gettato la spugna. Il gestore del piccolo locale...

ARCELLA. E anche Silvano Sardena (nella foto), gestore da 32 anni del bar “Il Bocconcino”, in via Jacopo Avanzo 33/1, appena dietro la stazione, ha gettato la spugna. Il gestore del piccolo locale pubblico, che si trova in Prima Arcella, ma conosciuto in particolare da tutti quelli che vanno a prendere il treno in stazione, ha deciso di abbassare le serrande per sempre dopo una vita intera dedicata al lavoro.

«Non ce la faccio più a restare dietro al banco», sottolinea Silvano che, tanti anni fa, ha anche lavorato al Caffè Margherita, in Piazza dei Frutti. «Negli ultimi tempi speravo che il degrado fosse eliminato una volta per sempre e invece il mio sogno di vivere e lavorare in una zona normale è durato pochissimo. Spacciatori a tutte le ore, maleducati che fanno i bisogni all’aria aperta, sfaccendati che vivono ai margini della legalità e tanta, ma tanta gente che non rispetta le regole della convivenza civile, affittando, per esempio, letti e stanze ad immigrati irregolari, che le istituzioni non sono mai riusciti neanche a censire».

Naturalmente il titolare del Bocconcino si è ritirato a vita privata - anche se gli mancano pochi anni per godere della pensione - pure per motivi prettamente economici. «Ho chiuso non solo per il degrado, ma anche perché le entrate non sono più andate bene per due, precisi, motivi: i clienti sono calati drasticamente sia da quando il distretto sanitario due dell’Usl 16, che era ospitato all’interno della Casa Rossa, è stato trasferito in via Temanza, in rione San Carlo, e sia dal primo giorno in cui sono iniziati i lavori del prolungamento del sottopasso ferroviario, che stanno andando avanti da cinque, lunghissimi, anni. Ma adesso ho voglia solo di riposarmi e di stare lontano da via Avanzo dove, purtroppo, la cosiddetta riqualificazione è rimasta solo un sogno».

La notizia della chiusura del locale italiano al civico 33 di via Avanzo ha provocato, immediatamente, la reazione di quelli che conoscono Silvano da sempre. «È una bravissima persona», dice il signor Antonio, il 50enne aggredito e rapinato di 400 euro proprio vicino al Bocconcino. «Le responsabilità della morte del suo locale vanno addossate anche a quei politici che, già tanti anni fa, non hanno capito che noi arcellani camminavamo su una polveriera che, prima o dopo, sarebbe scoppiata».

Felice Paduano

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