Destino della Vaccari appeso a un filo tenuto dalle banche

TRASPORTI DI MATERIALI E’ il campo in cui opera da 50 anni la Vaccari Spa
TRASPORTI DI MATERIALI E’ il campo in cui opera da 50 anni la Vaccari Spa
 
CARMIGNANO DI BRENTA.
Dopo quasi 50 anni di lavoro, la storica azienda di autotrasporti Vaccari Spa rischia di cessare l'attività. Di conseguenza rischiano di finire sul lastrico i 150 dipendenti e almeno altri 200 lavoratori dell'indotto.
 Tutta colpa della pesante crisi del settore, collegato direttamente alla crisi generale dell'economia che da anni ormai sta fiaccando le aziende. In più l'impresa di trasporti di via Alessandro Manzoni, fondata nel 1963 da papà Giovanni e oggi guidata dal figlio Giancarlo, non possiede la liquidità finanziaria necessaria per il suo immediato rilancio. Cosicché le molteplici attività della Vaccari, tra cui quella del trasporto dei materiali inerti e dei rifiuti, sia in Italia che all'estero, nelle ultime settimane sono state rallentate. Il vertice dell'impresa di Carmignano ha reso nota la situazione ai sindacati del settore, e gli stessi sindacalisti che seguono la vertenza, ossia Romeo Barutta, della Filt-Cgil e Marcello Greggio, della Fit-Cisl, stanno facendo il possibile per venire incontro ai bisogni di tutti i dipendenti salvando l'azienda. Ma oramai il futuro della Vaccari Spa è nelle mani delle banche: i primi giorni della settimana prossima saranno decisivi. O si arriverà a un accordo con gli istituti di credito che hanno rapporti da decenni con la Vaccari, oppure il rischio di scrivere la parola fine davanti ai cancelli sarà sempre più reale.  «Siamo nel pieno della tempesta - dice Giovanni Vaccari - A questo punto rischiamo di naufragare assieme a tutti i dipendenti. In azienda siamo stati sempre come una grande famiglia. Non è un caso che gli ultimi stipendi ai lavoratori siano stati pagati con un plafond di 300.000 euro rilevati direttamente dai nostri beni familiari. Ma non tutto è perduto. Nonostante tutto, siamo ancora fiduciosi in un intervento in extremis delle banche a nostro favore che ci consenta di continuare a lavorare».

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