Di giorno è barista, di sera drag queen «Travestirmi è recitare una vita comica»

la storia
Di giorno Federico Urgeghe, barista dello storico caffè Missaglia di via Santa Lucia, si destreggia tra caffè e cappuccini. Di notte, almeno una o due volte alla settimana, indossa una delle tante parrucche, mette le ciglia finte, infila le scarpe con il tacco a spillo, e si trasforma in Sally Luigina Chemist, una delle più apprezzate drag queen del Triveneto. Federico, padovano, nato e cresciuto nel quartiere dell’Arcella che nel profilo facebook ha il soprannome Kikko Winehouse, lavora in questo locale del centro da 14 anni. «Ho iniziato a lavorare qua da adolescente», racconta Chicco, come tutti lo conoscono, da dietro il bancone del bar, mentre lo salutano i tanti clienti che è abituato a intrattenere tra un caffè e l’altro con i suoi simpatici siparietti. «Dopo la scuola non avevo più voglia di continuare a studiare. Mio papà aveva sempre lavorato nel mondo della ristorazione e Missaglia era il bar dove andava a bere il caffè ogni mattina mia mamma. Così ho iniziato là e devo dire che mi sono sempre sentito in famiglia».
ironia
Ironico e autoironico, solare, sempre allegro e dai modi gentili: questo è Federico Urgeghe barista. Stravagante, esuberante, colorata e tutta pepe, è invece Sally Luigina Chemist, la drag queen delle serate cabaret in giro per i locali del Nordest. «Faccio la drag queen da una decina d’anni. Mi sono avvicinato a questo mondo grazie a un periodo che ho trascorso all’interno della compagnia teatrale di Abano “’I ricci” di Riccardo Mastrolillo. Là ho conosciuto persone che facevano questo tipo di spettacoli. Nel 2010 ho provato anch’io e da quel momento non ho più smesso».
trasformismo
Il primo spettacolo vero e proprio l’ha fatto al New York Jazz di San Biagio di Callalta. «Eravamo io e Nanà Saturno, famosissima drag queen del Veneto e vincitrice del concorso Miss drag queen. Lei lavorava per Zeffirelli, era stata presa durante un’audizione per “I pagliacci” e così abbiamo portato in scena quel tema». Per lei fare la drag queen è un’arte. Sally si trucca, crea i vestiti che indossa e poi balla e canta. «È l’arte del trasformismo, del portare all’esasperazione i canoni femminili e metterli in scena imitando le grandi dive della musica e dello spettacolo, come Mina, Loredana Bertè e tante altre». Federico non nasconde la sua omosessualità ma il suo essere Sally è tutta un’altra storia. «Mi sento bene nei miei panni di uomo. Travestirmi da donna è come recitare a teatro. Mi piace perché è un momento in cui posso staccare dalla mia vita e avere un alter ego completamente diverso da me. E poi mi piace perché la vita deve essere anche comica. Certamente uno spettacolo di drag queen lo è».
appoggio
Federico, che si è esibito al Pride Village nello spettacolo cabaret “It’s my party. Sally and the sisters”, riconosce la fortuna di aver avuto in questa avventura l’appoggio di tutta la sua famiglia, di tanti amici e anche dello stesso titolare del bar in cui lavora. «Il proprietario Carlo Quaggia e la collega Federica Grazi sono spesso in prima fila quando mi esibisco», dice con soddisfazione. «Iniziare il mio percorso artistico è stata una sfida, ma sono stato fortunato perché ho trovato davvero tante persone che hanno avuto fiducia in me. Se ti blocchi per ciò che può dire la gente, beh non ti muovi più». —
Alice Ferretti
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