Dipendenti Ceva infedeli rubavano capi griffati
di Francesca Segato
MONSELICE
Giubbotti e maglie di firma, scarpe e intimo griffati. Un bottino di circa 50.000 euro, sottratto nell'arco di vari mesi, da tre dipendenti infedeli, al magazzino della Ceva Logistics Italia srl, in via Trentino 4/6, nella zona industriale di Monselice.
Una razzia continuata e sistematica, sventata grazie alle indagini dei carabinieri di Monselice.
L'altro ieri, in collaborazione con i colleghi di Selvazzano Dentro e Mestrino, i militari dell’Arma hanno effettuato le perquisizioni che hanno inchiodato i tre magazzinieri. Si tratta di un italiano, Z.O., 39 anni, di Tribano, e due rumeni, V.C., ventisettenne residente a Veggiano, e F.N., 29 anni, che risiede invece a Saccolongo.
Tutti e tre sono stati denunciati per furto aggravato, a cui per F.N. si aggiunge l'accusa di ricettazione: nella sua abitazione, infatti, è stata ritrovata la refurtiva.
Le indagini dei carabinieri di Monselice, comandati dal maresciallo Alberto Menghini, sono partite dalla denuncia che la Ceva ha presentato nel novembre scorso. Già da fine estate la ditta, che si occupa di logistica e movimentazione merci, si era accorta di alcuni ammanchi.
Un giallo che, inizialmente, i responsabili avevano cercato di chiarire analizzando i filmati della videosorveglianza. Ma senza venirne a capo.
L'indagine dei carabinieri ha permesso di capire che i furti avvenivano sempre quand'era di turno una data squadra: ulteriori accertamenti hanno ristretto i sospetti ai tre dipendenti.
Semplice, ma efficace, il sistema che usavano per sottrarre la merce: gettavano la refurtiva al di là della recinzione esterna dell'azienda, per poi passare a raccoglierla, con l'auto, alla fine del turno.
In questo modo, erano riusciti ad accumulare un bottino di tutto rispetto: la merce sequestrata comprende 40 giubbotti Belfstaff, 72 paia di scarpe Diesel, 400 magliette Macron, 480 paia di occhiali griffati, per terminare con 200 costumi da mare e 300 completi intimi di Intimissimi. Tutta merce di prima qualità, dunque. Ben selezionata. Da una prima stima, il valore si aggirerebbe sui 50.000 euro.
Ma il sospetto è che la mercanzia sottratta, nell'arco dei mesi, sia molta ma molta di più: gli ammanchi stimati sarebbero tra i 60 e i 70.000 euro. Ora seguiranno ulteriori verifiche e gli investigatori cercheranno di capire quali fossero i canali per smerciare la refurtiva.
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