Dissequestrato il Rdka ora spuntano denunce

Al via interventi per riaprire dopo l’attentato, indagini in corso Mesi fa l’esposto contro i lavori fatti dai titolari nella struttura

camposampiero. Ieri mattina la questura di Treviso ha permesso ai tre gestori, due dei quali sono di Camposampiero di rientrare nel Rdka dopo l’attentato incendiario di lunedì notte. Il decreto di dissequestro era ateso ed è arrivato di prima mattina dando la possibilità ai titolari di ripulire i danni fatti al bancone dalla struttura dall’incendio innescato probabilmente con della benzina. Ma se dentro il locale della Fonderia si cerca di ritornare alla normalità, fuori proseguono le indagini per trovare i responsabili. Si ripercorre la storia imprenditoriale dei gestori del Rdka ritornando a quel 2013, quando furono vittima di un altro attentato che distrusse il loro locale Sugar Reef nel padovano, ma si analizzano anche gli ultimi anni di lavoro al di fuori di Treviso dei gestori: Riccardo Checchin, Alex e Thomas Visentin. Il gruppo ha lanciato altri locali in questi anni dopo l’incendio del Sugar Reef , tra cui il King’s a JEsolo, dove non mancarono problemi e contenzioni in passato riguardanti conti e pignoramenti. E proprio il mancato rispetto di un bene pignorato ha dato il via ad una denuncia anche a Treviso, contro i gestori di Rdka, quando il locale doveva ancora essere aperto. La vicenda risale all’estate scorsa, stando a quanto trapela, quando in Fonderia iniziarono i lavori all’interno degli spazi di quella che era la discoteca Amami, chiusa ormai da quasi due anni. Gli spazi dove prima sorgeva il locale all’interno conservavano ancora arredamenti e infrastrutture fatte negli anni per trasformare il capannone in un luogo della movida. E parte di questi materiali erano lì sotto pignoramento giudiziario. La denuncia ai danni del nascente Rdka venne fatta proprio accusando chi effettuava i lavori di non aver rispettato i “sigilli” agli arredi, pare andati poi distrutti. Di qui la denuncia ufficiale oggi agli atti, che oggi opporrebbe gli ex titolari dei beni ai gestori. La vicenda non è certo collegabile all’attentato, ma dimostra, con altre, come l’apertura del locale in città non fosse stata tutta rose e fiori. Oltretutto, nel mondo della notte, si fa molto presto a crearsi dei nemici, specie se i locali funzionano e la concorrenza è molto alta. Tutto è comunque al vaglio degli inquirenti, che non hanno ancora trovato un responsabile per il rogo che sei anni fa distrusse completamente il Sugar free di Piombino Dese inducendo i gestori a spostare altrove i loro interessi allargandosi così a Vicenza, a Jesolo, Castelfranco e alla fine anche a Treviso, nel quartiere della movida. Ieri pomeriggio, quasi ad allontanare lo spettro dell’attentato, Riccardo Checchin postava l’invito alla riapertura del Rdka aperto a tutti, compresi forse gli attentatori di lunedì notte: «La nostra passione è una fiamma che non si arresta». E poi: «Ringrazio le forze dell’ordine per aver lavorato in maniera esemplare permettendo la riapertura già da questo weekend». —

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