Diverbio per il cane aggressivo, colpito alle spalle da un pugno

TOMBOLO
Nasce un diverbio su un cane lasciato libero dal suo padrone e si becca un pugno devastante al volto, cade a terra e perde i sensi.
È successo giovedì, poco dopo le 20, lungo la strada che collega il municipio di Tombolo all’ufficio postale. La vittima, un programmatore di 42 anni del posto, è tornato a casa venerdì dall’ospedale e ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, che stanno svolgendo gli accertamenti necessari per arrivare ad individuare il colpevole.
«Giovedì sera stavo passeggiando con mia moglie, al guinzaglio avevamo i nostri due cani di razza», racconta l’uomo. «All’improvviso si è avvicinato un altro cane, libero, senza guinzaglio né museruola, e ha cercato di mordere i nostri. E lì è sopraggiunta una persona, che ha preso il cane per il collo e lo ha letteralmente scagliato via, lo ha lanciato». Un episodio violento, evitabile, e così il quarantenne di Tombolo ha dato un suggerimento al padrone distratto dell’animale: «I cani vanno tenuti al guinzaglio, e non perché lo dico io, sono le regole, è la legge», gli ho fatto notare, e lui in tutta risposta mi ha detto “ok, grazie stella”, e poi mi ha fatto segno di togliermi di torno». Un atteggiamento strafottente che non ha certo pacificato gli animi. Il battibecco è continuato qualche istante: «Poi mi sono girato e mi sono sentito raggiungere da un pugno violentissimo, da dietro, di pieno peso. Ho fatto arti marziali, capisco che vuol dire: io ero indifeso, a peso morbido, e lui ha sferrato il pugno più forte possibile. Se avesse colpito due centimetri più in là sarei finito in coma». Attimi concitati: «Mi sono ripreso subito e ho visto che il titolare del chiosco dei panini ha preso di peso chi mi aveva aggredito e l’ha mandato via, l’ho visto fuggire con un furgone. Avevo due denti spezzati, sangue, ho sputato i frammenti». La moglie era spaventata: «Abbiamo chiamato il 112, per denunciare immediatamente l’accaduto, e siamo andati in auto al pronto soccorso di Cittadella: visto che avevo perso i sensi, i medici hanno ritenuto opportuno trattenermi tutta la notte in osservazione, effettuando gli esami necessari e la Tac, e sono stato dimesso verso mezzogiorno di venerdì. Mi hanno dato una prognosi di otto giorni».
I denti rotti, il sangue, la paura, il rischio di traumi ben più gravi: ma non è tutto questo a fare davvero male. «Certe ferite passano, si sistemano, ma quello che mi ha veramente turbato e rammaricato è l’omertà, la mancanza di solidarietà: c’erano diverse persone sotto il chiosco, anche di Tombolo, e sono rimaste a mangiare i panini lasciandomi da solo, disteso a terra, sanguinante. Un’indifferenza che mi ha colpito, da parte di persone che poi magari sono le prime a farsi meraviglia o a lamentarsi e a dire “che schifo” di fronte a determinate situazioni». —
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