Divertimento e Covid: «Assembramenti di ragazzini a Padovaland. È inaccettabile»

PADOVA. Mentre è in corso ancora il dibattito nel mondo scientifico e politico su quanto il Coronavirus sia sempre presente, sia diventato più aggressivo e inizi a colpire anche bambini e adolescenti, proprio i giovanissimi (definiti più volte dal presidente Luca Zaia i «veri eroi del lockdown») sono in alcuni casi tra i più esposti.
Ieri mattina erano in centinaia davanti all’ingresso di Padovaland in zona industriale, in coda per accedere al parco acquatico durante la giornata di promozione che prevede uno sconto del 50% sul biglietto.
Senza rispettare le distanze di sicurezza e senza l’ombra di mascherine, i ragazzini si sono ammassati all’ingresso per fare la fila. I nastri segna fila fissati in terra dai titolari della struttura per mantenere le distanze di sicurezza, hanno potuto fare ben poco.
Questo, almeno, stando alla denuncia di alcuni passanti che hanno assistito alla scena. «Ore 10 al parco acquatico Padovaland. Decine e decine di ragazzi tra i 15 e i 18 anni assembrati, in coda senza mascherina. Esistono le regole? Se esistono, si rispettano così? I controlli dove sono? È una vergogna. Allora basta predicare regole, regole, e ancora regole, perché qualcuno ci sta prendendo in giro» è il testo del post su Facebook di Chiara Girello Azzena, presidente e fondatrice di Team for Children, volontaria in Oncoematologia Pediatrica da più di vent’anni, e quindi a contatto diretto con bambini malati di cancro.
«Quello che ho visto per me è inaccettabile» racconta Chiara Girello «e mi chiedo i genitori di questi ragazzi dove fossero. Se uno di loro ha un fratello, un nonno o un qualsiasi familiare a rischio, in questo modo non fa altro che peggiorare la sua situazione. Si sta perdendo il controllo, e il messaggio che sta passando è sbagliato, perché il Coronavirus esiste, fa ancora male e lascia danni permanenti. Mio marito ha lavorato in quei reparti per mesi, io conosco persone che sono state ricoverate per più di 40 giorni in Terapia intensiva e ho a che fare con bambini malati oncologici. So di cosa parlo, e vedere tutta questa superficialità mi fa rabbia e paura. Ho grande rispetto delle istituzioni ma servono controlli più rigorosi».
All’interno di Padovaland ieri c’erano circa 600 ragazzi, ma la capienza è di 5.000. Dopo la riapertura del 27 giugno, gli accessi sono molto più ridotti rispetto al passato e per questo i titolari hanno deciso di fare una promozione, riducendo il prezzo da 20 a 10 euro il martedì. Venerdì 24 luglio ci sarà anche la Notte Bianca, con l’apertura serale fino all’una di notte. Per Chiara Girello queste strutture sarebbero dovute rimanere ancora chiuse.
Non la pensano così i titolari di Padovaland: «Abbiamo segnato le distanze fuori, ingaggiato buttafuori e il doppio dei bagnini per tenere tutto sotto controllo» spiega Jhonny Pozzi «oltre a spendere un sacco di soldi per sanificare e rendere il parco accessibile nel rispetto delle norme. Non è semplice per noi controllare l’entusiasmo dei ragazzini che non vedono l’ora di passare una giornata di divertimento, ma non si può pensare di prendersela con un settore che ha subito dei danni incalcolabili. Per noi è stato e sarà un disastro. La struttura è vuota».
Qualche controllo in più potrebbe essere previsto? «Non posso mettere 50 dipendenti fuori, e poi all’interno la mascherina non è obbligatoria. Non lo abbiamo deciso noi, quindi ci vedo un po’ una contraddizione in questa misura. I ragazzi secondo me oggi hanno giustamente meno paura» conclude Pozzi della struttura Padovaland.
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