Diwar-Rawid dichiarata fallita
VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO. Fallita e messa in liquidazione la Rawid, azienda che fa capo alla famiglia Fattore di Villanova con sede in via Pontarola a Campodarsego, che produce sedie per ufficio, abitazioni, comunità, bar e locali. E ultimamente anche mini frigo da spiaggia. Venerdì la proprietà ha presentato i libri contabili in Tribunale. «È il capolinea del percorso partito circa quattro anni fa con la Diwar, come si chiamava la ditta fino a pochi giorni fa» dichiara Sergio Polzato della Femca Cisl, che insieme alla collega Maristella Viola della Filctem Cgil sta seguendo la vertenza. Ieri il Tribunale ha nominato il curatore nella persona del dottor Riccardo Bonivento. «Deciderà lui se continuare con l’attività o fermarla completamente» dice Polzato «ma avendo un portafogli ordini di un certo peso, si potrebbe continuare in parte e salvare dei posti di lavoro, presumo almeno la metà dei 75 dipendenti».
Dunque attualmente la Rawid sta lavorando, il problema deriva dai debiti vecchi. «Se ripartirà lo farà per conto di qualcun altro» aggiunge Polzato «L’obiettivo è salvare i posti di lavoro e usare gli ammortizzatori sociali per chi eventualmente non conserverà l’occupazione. E da qua a fine anno, se non cambia il vento, temo sarà un problema anche per altre imprese». Polzato e Viola hanno chiesto per oggi un incontro alla proprietà attraverso il curatore. Giovedì, invece, c’era stata l’assemblea con le maestranze nella quale era stato annunciato il fallimento. «Tenteremo, pur in un momento negativo, di trovare una prospettiva per salvare la metà dei lavoratori dal licenziamento» ribadisce il sindacalista «La ditta è in crisi da almeno 5 o 6 anni». Ci furono anche due interrogazioni parlamentari di Massimo Bitonci. La Diwar, come ricorda l’assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Barison, «è in concordato in continuità dal 2010. Significa che pur essendo in procedura concorsuale era autorizzata a continuare l’attività produttiva. Nel 2010 erano 80 i dipendenti, di questi 30 vennero messi in cassa integrazione a zero ore, i rimanenti 50 lavoravano a rotazione». In sintesi la Diwar ha fruito per un anno della cassa ordinaria, per un anno della straordinaria, per un anno dell’ordinaria concorsuale e fino al 30 giugno scorso di quella in deroga. Per Barison ci sono margini di trattativa: «Pare ci sia una cordata di fornitori interessata all’acquisto dell’azienda, già questa settimana partirà l’iter per verificare questa manifestazione di interesse, con i lavoratori prima e poi con la Provincia». (g.a.)
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