Domani l’addio all’annegata in piscina

Rito funebre nella chiesa di Carmignano di Brenta, l’amministrazione comunale sarà accanto al marito assessore
Di Silvia Bergamin

CARMIGNANO DI BRENTA. Annegamento. Non ci sono dubbi sulla morte di Lydia Sofia, la moglie dell'assessore di Carmignano, Tiziano Sarzo, deceduta nel pomeriggio di mercoledì nella piscina che il marito le aveva regalato un anno fa e che aveva sistemato in un giardino curato con amore. Uno spazio di sole e acqua nella quale la donna, 55 anni, ha perso la vita. Domani, alle 16.30, la comunità di Carmignano si stringerà attorno a Tiziano, alle figlie Sabrina e Cristina, alla nipotina. Il corteo funebre partirà dall'ospedale di Cittadella. Questa sera, in duomo, dopo la messa delle 19, verrà recitato il rosario. Intanto, si sta definendo un quadro certo attorno al decesso: si è trattato di annegamento e non è stato necessario l'approfondimento medico dell'autopsia. I soccorritori di Lydia - allertati dal marito che al rientro a casa dopo una trasferta di lavoro, ha trovato la moglie sotto il telo con il quale ricopriva la piscina - hanno praticato il massaggio cardiaco nel tentativo di rianimarla: sono stati loro a rendersi conto che i polmoni della donna era saturi dell'acqua della piscina.

Quell'immagine del corpo senza vita della compagna di un'esistenza continua a turbare Tiziano Sarzo. Gli occhi restano lucidi e accolgono il via vai continuo di amici, conoscenti, familiari. Le figlie Sabrina e Cristina sono vicine al padre, gli sono state accanto in queste ore per sbrigare le questioni burocratiche e definire i dettagli della cerimonia funebre. In tanti hanno voluto abbracciare l'assessore, per consolarlo del dolore: Tiziano e Lydia, arrivata in Italia dal Canada negli anni 70 con la famiglia, erano insieme da 40 anni. Solo la nipotina riesce a strappare un sorriso al nonno, con qualche parola, una battuta o una domanda. E così il pensiero cerca di schiodarsi dai quei fotogrammi. Lydia soffriva di qualche malattia? Il marito descrive «una persona solare, di compagnia, allegra, mi rimproverava sempre perché diceva che ero burbero, sorridevo poco. Era il suo carattere, nonostante convivesse da diversi anni con una patologia agli occhi». Si trattava di blefarospasmo, che con gravità diverse può provocare la chiusura persistente e involontaria delle palpebre. «Certo, questa patologia la limitava, nella sua dimensione sociale, nel suo essere allegra, amante dello stare insieme agli altri. Ma non ha mai fatto pesare questo suo deficit fisico. E altre problematiche di salute non ne aveva». Un crollo improvviso, un male oscuro potrebbe essersi incuneato dentro in lei, portandola a un gesto estremo, di abbandono? È un pensiero, un'ipotesi, in cui Tiziano non crede. Per nulla. Perché, afferma, «non ci sono indizi, o segnali, che possano portare a questo tipo di conclusione». Il collega di giunta, il vicesindaco Alessandro Bolis, racconta lo sgomento della comunità: «Siamo tutti sbalorditi, la tragedia ci ha lasciati senza parole. Lydia era una donna dinamica e solare. Ci sentiamo davvero vicini alla famiglia di Tiziano. Una bella famiglia, che è salda, compatta, forte; l'amministrazione comunale parteciperà al funerale».

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