Don Mario Ceccato festeggia cento anni è il prete più anziano della nostra diocesi

Gli auguri del Papa, del vescovo Cipolla e del sindaco «Grazie al Signore e a tutti voi, la mia benedizione» 

Galzignano

«La benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e su di voi e vi rimanga sempre». Seduto dietro alla sua scrivania, con le braccia aperte, il neocentenario don Mario Ceccato ha voluto salutare con entusiasmo la comunità di Galzignano che ha guidato dal 1958 al 1990 e il video dell’incontro con il parroco don Danillo Isati e il sindaco Riccardo Masin è stato caricato su YouTube.

Don Mario è il sacerdote più anziano della diocesi di Padova. È arrivato anche il telegramma firmato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di stato di Sua Santità. Don Mario ha poi ricevuto gli auguri del vescovo Claudio Cipolla con cui ha dialogato. Nato il 29 aprile del 1920 a San Giorgio delle Pertiche, don Mario è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1943 dall’allora vescovo di Padova Carlo Agostini. Il suo primo incarico l’ha portato al Carmine di Padova come vicario parrocchiale in tempo di guerra, e poi ha svolto servizio come cooperatore a Legnaro, Monselice e Ponte di Brenta. Diventato vicerettore dell’istituto vescovile Barbarigo nel 1949, don Ceccato ci è restato per tre anni, cioè fino alla nomina di rettore del San Vincenzo di Thiene. Altro incarico come cooperatore a Montegrotto nel 1955, e l’8 dicembre del 1957 la prima santa messa a Galzignano. Nel 1968, il centenario parroco don Mario ha fondato il Coro Monte Venda, un gruppo canoro apprezzato a livello internazionale.

«È bello dire nel centesimo anno di vita “grazie, grazie, grazie Signore”. È la prima parola che voglio dirvi», ha detto lo storico parroco del paese. «Grazie a voi, grazie a don Danillo, troppo generoso con me, grazie al sindaco Riccardo, grazie a tutti voi, a uno a uno, vicini e lontani, proprio tutti e soprattutto grazie al Signore la fonte di ogni bene e principio di ogni felicità. La seconda parola cari amici è perdono, soprattutto il perdono ricevuto dall’amore infinito di Dio. Mai stancarsi di chiederlo e di gustarlo. La terza parola è gioiosa speranza per guardare ogni giorno come se fosse il primo e come se fosse l’ultimo. Auguro di viverla pienamente a ognuno di noi. Con queste tre parole vi saluto e vi ringrazio. Posso dirvi arrivederci in Paradiso?».

A casa di don Mario dove all’esterno hanno campeggiato giganteschi striscioni di auguri e festosi palloncini, don Danillo ha detto: «Tu sei il nostro Mosè che prega sul monte e noi il popolo della pianura e adesso ci dai la tua benedizione». Prima però, don Isati ha voluto fare una sorpresa al collega: «Tre giorni fa, mi è arrivato un telegramma con una benedizione per te e la Fernanda e c’è anche un pensiero bello dentro. Sai chi me l’ha mandato? Il Papa». —

Piergiorgio Di Giovanni

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