«Donne islamiche segregate in casa»

Condanna per i fatti di Colonia: «Situazione grave, c’è paura in città»

«Puntiamo sull’insegnamento della lingua italiana. Mi capita spesso quando faccio i giuramenti per la cittadinanza, soprattutto con le donne musulmane, che non conoscano la lingua italiana. Sono situazioni imbarazzanti. Non si può dopo 15 anni di vita in Italia non sapere la nostra lingua: è perché vengono tenute all'interno delle case, chiuse a chiave». Uno sfogo sulla condizione delle donne islamiche quello che il sindaco leghista di Padova ha fatto a «Radio Anch’io», la trasmissione di RadioUno Rai andata in onda ieri mattina e dedicata alle vicende di Colonia. «Qui a Padova abbiamo potenziato i centri anti-violenza, soprattutto nei quartieri – ha sottolineato il primo cittadino – Ci accusano di aver tagliato i mediatori culturali, ma voglio essere chiaro: il tema passa attraverso l'insegnamento della lingua italiana. I fondi che erano destinati ai mediatori li abbiamo girati alle scuole per fare corsi di lingua italiana. Io penso che chi viene nel nostro paese deve imparare la lingua italiana».

Sulle vicende tedesche il sindaco condanna senza se e senza ma, ovviamente, la violenza sulle donne: «È difficile per una donna dichiarare le molestie – ha spiegato – Viviamo in una società dove le donne che subiscono delle violenze devono anche affrontare l’onta di ricevere offese e contestazioni sul loro modo di vestire, sugli orari, su chi frequentano».

«Quello di Colonia è un tema che diventa sempre più delicato – ha proseguito – A Padova le cose sono ulteriormente peggiorate, con due episodi molto gravi e anche prostituzione all’interno della Prandina. Il continuo arrivo di profughi-clandestini sta creando un disagio molto importante nelle città. Penso che sia un flusso che continuerà e aumenterà nei prossimi mesi. Il governo sta dimostrando una grave incapacità di gestione di questi fenomeni. Anche l’esperimento di accoglienza nelle famiglie voluto dal prefetto è stato un flop. La gente ha paura».

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