Dramma della disperazione a Abano: si uccide e i figli lo vegliano per giorni

ABANO TERME. Consumato dal suo grande, assoluto amore per i figli, entrambi portatori di handicap, attorno ai quali specialmente negli ultimi anni aveva costruito tutta la sua vita. Il timore che corressero qualche pericolo o che qualcuno li facesse soffrire, approfittando della loro ingenuità e vulnerabilità, era diventato ormai un’ossessione per Antonio Tolin, un peso che ha finito per consumare la sua pur forte tempra e per togliergli la voglia di vivere. Il settantunenne antiquario, uno dei commercianti storici della città termale, è stato trovato privo di vita ieri mattina, verso le 10,30 nel laboratorio al piano terra della sua abitazione, al civico 10 di via Monte Croce. La tragica scoperta l’ha fatta la sorella Silvana, allertata da un cugino che aveva ricevuto la telefonata preoccupata di Luigi Lazzaro, il gioielliere che ha il suo negozio in via Monteortone, a pochi passi da quello di Tolin. Da inizio settimana l’antiquario non si faceva vedere, tanto che una cliente aveva chiesto con insistenza sue notizie. Così il commerciante ha avvertito i familiari. Il settantunenne potrebbe aver deciso di togliersi la vita addirittura alcuni giorni fa, visto che uno dei figli, assolutamente inconsapevole di quanto era avvenuto, ha detto subito alla zia che aveva fame in quanto non mangiava da tre giorni.
Non a caso Tolin ha scelto per morire il suo laboratorio, l’ampia stanza dove si dedicava da una vita alla lavorazione di oggetti in rame e al restauro di mobili, in maniera da non turbare la serenità dei due figli che vivevano con lui al primo piano. Un ultimo atto d’amore di un papà che ha sempre lottato per tenere i figli con sé e che alla morte della moglie, avvenuta una decina di anni fa, si è stretto in un legame ancora più forte con i suoi ragazzi, uno di 38 e l’altro di 40 anni, che accudiva in tutto e per tutto. Ma anche il gesto estremo di un uomo, soffocato da una responsabilità e da un peso troppo grandi da portare da solo, tanto è vero che lo scorso autunno, in un momento di sconforto, aveva chiesto aiuto ai Servizi sociali del Comune. La sua difficile quotidianità e la sua solitudine emergono dalle pagine dell’agenda trovata nel laboratorio, divenuta il diario sul quale Tolin ha scritto anche la sua ultima pagina di vita.
«Non pensate a me, non voglio funerale, ma abbiate molta cura dei miei figli. Io non ce la faccio più, mi sento troppo solo» questo il senso delle ultime volontà lasciate ai familiari, alle sorelle, ai cugini e agli altri parenti che in gran parte vivono riuniti nella stessa via. Ieri mattina nel cortile della villetta a due piani dell’antiquario sono arrivati in tanti. La sorella Paola si è preoccupata di portare a casa sua i due figli, per rifocillarli e per cercare di far capire, con l’aiuto delle assistenti sociali, che il loro papà se n’era andato per sempre. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Abano per tutti gli accertamenti di rito. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia.
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