Droga e degrado nell’edificio di Via Savelli Il Comune ora convoca i proprietari

«Bisogna agire prima che sia troppo tardi». È la promessa dell’amministrazione comunale. Ora nessuno potrà tirarsi più indietro. La polvere finora era rimasta sotto il tappeto, ma la denuncia degli imprenditori che lavorano in via Savelli, con a capo l’amministratore delegato della Corvallis Enrico Del Sole, l’ha fatta venire fuori tutta. E tutta insieme. Parliamo del complesso delle palazzine alle spalle del Decathlon, affacciate sulle sedi di molte associazioni di categoria e altrettante realtà che lavorano nel campo dell’innovazione. Sono 75 appartamenti costruiti negli anni’80 in mezzo a Padova Uno, con destinazioni che vanno dall’artigianale al residenziale, ma dove oggi abitano centinaia di persone in una totale situazione di degrado e illegalità. Una polveriera che rischia di diventare la seconda via Anelli per Padova. «Non possiamo permettere che degeneri» la risposta del vicesindaco Andrea Micalizzi, artefice della “soluzione finale” per il complesso Serenissima. Previsti già nei prossimi giorni contatti con i proprietari e controlli.

NESSUNA DENUNCIA FORMALE

«È evidente che cercheremo di capire come intervenire». L’assessore alla sicurezza Diego Bonavina sa di muoversi su su sabbie mobili dove ogni passo va calcolato. In via Anelli servì all’epoca un’ordinanza studiata per mesi per iniziare un percorso durato più di 15 anni. Tutto questo va evitato in via Savelli. «Vogliamo capire cosa accade in quella palazzina, finora non c’è stata nessuna segnalazione scritta. Contatteremo subito i proprietari». Quello di Bonavina sembra un invito agli imprenditori a presentare una denuncia formale, dando così il potere all’amministrazione di poter ficcare il naso in casa d’altri. Le condizioni sono note a Palazzo Moroni e alla polizia locale che qualche intervento nella palazzina già lo ha svolto. «Una situazione di disordine è già stata oggetto di verifiche: non deve degenerare» riprende Micalizzi «per questo siamo disponibili a discutere con i proprietari, magari trovando una soluzione di rilancio prima di dover intervenire con azioni più drastiche e coercitive».

L’AREA

Siamo in quella che gli addetti ai lavori conoscono come “Soft City”. Ci sono le sedi di Confesecenti e Appe, il Talent Garden, la Corvallis e moltissime altre società che si occupano di innovazione. Al centro c’è il complesso di palazzine, l’unico abitato dell’intera area, che in 40 anni ha cambiato completamente volto. Inizialmente ospitava uffici, un po’alla volta i locali sono diventati oggetto di compravendita e trasformati in abitazioni, oggi quasi tutte in affitto a prezzi bassi. Quasi nessuno paga le spese condominiali. «Si tratta di una situazione spiacevole, anche solo per il fatto che proprio in quelle palazzine è nato il primo nucleo aziendale poi diventato Corvallis» aveva raccontato sulle colonne del Mattino Enrico Del Sole, amministratore delegato della società di servizi informatici «Ora quel complesso rischia di diventare una bomba sociale a orologeria, fatta di degrado e povertà».

Dalle 18 in poi via Savelli è zona franca e quartier generale dell’illegalità.

IL FUTURO

Siamo a un bivio: da una parte una storia già vista, quella di via Anelli; dall’altra la possibilità di prevenire tutto ciò. «Quest’area è strategica per lo sviluppo e l’insediamento di imprese e servizi ad alto contenuto innovativo» chiude il vicesindaco Micalizzi «con aziende e associazioni di categoria stiamo programmando interventi che migliorino la qualità urbana. Qualsiasi ragionamento in questo senso è auspicabile. Altrimenti saremo costretti ad assumere al più presto una linea di verifica del rispetto delle regole». —



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