Droga, sequestrati 30 chili raffica di arresti alle terme

ABANO TERME. Lo scorso agosto era caduta la testa, ieri i carabinieri di Abano hanno smantellato fino all'ultima ramificazione dell'organizzazione che gestiva nell'area delle Terme un giro di droga da 50 mila euro al mese. Dopo Sidi Mohammed Amine Idrissi Aatouf, il ventinovenne marocchino arrestato in estate con quasi 30 chili fra hashish e cocaina, nella rete dell'Arma sono finite altre sei persone: Cristiana Morelli, 34 anni, Lorena Scudellaro, 33, Alessandro Doati, 28, tutti di Torreglia, Nina Vlad, trentenne rumena, Andreacamilla Fracasso, 23 anni, di Battaglia Terme e Paolo Costa di Taglio di Po' (Rovigo).
Perso il capo, i gregari dell'organizzazione non volevano rinunciare al traffico di droga che stava garantendo loro profitti altissimi. Ma non hanno tenuto conto che i carabinieri, dopo l’arresto del marocchino, avevano annusato che dietro un tale quantitativo di stupefacente doveva esserci ben più di una persona a gestirne le fila. Così sono partite le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, principalmente con intercettazioni telefoniche e ambientali.
Gli investigatori scoprono che Idrissi continua a dare indicazioni ai suoi sodali dal carcere, in occasione delle visite che riceve. Capiscono che lui era l'unico ad avere i contatti a Milano, dove andava a prendere lo stupefacente che arrivava direttamente dal Marocco. Alle Terme aveva messo insieme un'eterogenea combriccola per custodire e smerciare i carichi. Non si trattava di vendere al dettaglio l'hashish o la cocaina, ma piuttosto di rifornire gli spacciatori con quantitativi medi di almeno un etto per volta. Cristina Morelli, addetta alle pulizie negli hotel di Abano, aveva il compito di custodire la droga ed è infatti nella sua abitazione a Luvigliano di Torreglia che avviene il sequestro del maggior quantitativo di hashish e cocaina. I fidanzati Lorena Scudellaro e Alessandro Doati, disoccupata lei, benzinaio alla stazione Q8 di Abano lui, erano i ragionieri dell'organizzazione: tenevano veri e propri registri di consegne e pagamenti. E annotavano i debitori da cui poi passava Idrissi a riscuotere. Andreacamilla Fracasso custodiva parte dello stupefacente e in due occasioni, dopo l'arresto di Idrissi, ha fatto la spola a Milano. Paolo Costa, pescatore per una cooperativa di Porto Tolle, nascondeva e smistava i profitti. Nina Vlad, infine, compagna di Idrissi, ripuliva il denaro reinvestendolo in attività lecite e dividendolo in conti correnti intestati a prestanome. I carabinieri hanno sequestrato 30 mila euro in contanti, una Bmw serie 1 intestata a Idrissi, due moto Suzuki. Il gip Cristina Cavaggion ha emesso per Idrissi, Scudellaro e Doati le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Per Morelli, Costa, Vlad e Fracasso sono stati disposti gli arresti domiciliari. L'accusa per tutti è di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
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