Due appartamenti dormitorio a fuoco in vicolo Bovetta

Due appartamenti trasformati in dormitorio e laboratorio abusivo per il confezionamento di dosi di droga, con decine di spacciatori e clienti a ogni ora del giorno e della notte. Attorno, famiglie impaurite e stanche, costrette a vivere a contatto con il degrado. Il condominio in questione si trova in vicolo Bovetta, dietro piazza Mazzini. Ieri mattina è stato sconvolto da due fatti apparentemente sconnessi, ma che potrebbero nascondere ben altra storia.
Poco dopo le 9 i residenti del civico 3 sono stati messi in allarme dal trambusto in corridoio. Fuori due volanti e un nordafricano, inseguito e denunciato dopo un furto che gli è costato anche l’espulsione per via del suo passaporto irregolare. Si era rifugiato in uno degli appartamenti teatro di questo via-vai poco rassicurante.
Circa mezz’ora dopo la sorpresa: il vano scale invaso dal fumo, due interni in fiamme e l’arrivo dei pompieri che hanno evacuato gli inquini dei piani alti. Bloccati in casa, sono serviti speciali cappucci per farli respirare e sono potuti rientrare solo due ore dopo. A bruciare non sono state due abitazioni qualunque, ma gli interni 7 e 3, proprio dove si era nascosto il fuggiasco.
La polizia ha scoperto all’interno un vero e proprio covo per lo spaccio di droga in zona. Appartenenti a un padovano deceduto due anni fa, le proprietà sono passate al figlio che abita all’estero. L’interno 3 è stato sotto sequestro fino all’aprile 2017 quando, come l’interno 7, è diventato la tana abusiva di un nutrito gruppo di spacciatori. «Hanno sfondato le finestre e cambiato le serrature» raccontano i condomini «Hanno preso possesso del piano: si sente l’odore quando scaldano l’eroina, vanno e vengono tossicodipendenti».
Gli incendi sono stati appiccati volontariamente, come conferma il ritrovamento di stracci imbevuti di benzina che hanno bruciato alcuni materassi. Un vicino dice di aver visto una ragazza, tossicodipendente e frequentatrice abituale delle due abitazioni, lanciare qualcosa all’interno da una finestra e scappare poco prima del rogo. L’idea dei vicini è unanime: scoperto il covo durante l’arresto, hanno bruciato tutto per non far scoprire ciò che succede all’interno. La giovane straniera nel pomeriggio si è ripresentata al civico 3 fingendo di non sapere nulla: interrogata dagli altri residenti, ha negato e si è chiusa in uno degli appartamenti, dove ha lasciato una valigia e tentato di pulire il corridoio.
Storie di degrado all’ordine del giorno nella palazzina, dove gli abusivi suscitano forte malcontento: «Non hanno elettricità, solo l’acqua condominiale che dobbiamo pagare noi» tuona una donna «Hanno anche dei bambini lì dentro», come confermano i giocattoli abbandonati in quel che resta di una cucina. «Ora gli spacciatori, prima le prostitute» proseguono. Pare che l’interno 7 fosse una casa di appuntamenti molto frequentata: «Ci viveva una giovane spagnola, diceva di essere una studentessa ma era una escort» aggiunge la vicina dell’Est. «Una notte ha bussato a tutte le porte perché un cliente l’ha accoltellata staccandole due dita». «Abbiamo dei bimbi e tanta paura», le fa eco un giovane filippino che da 10 anni vive lì con moglie e figlia. Dall’amministrazione un muro di gomma: «Se ci lamentiamo ci dicono di andarcene. A questo punto è l’unica soluzione», conclude la cognata dell’uomo. –
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